Condono Di Maio, con questo scempio il vice premier a 5 stelle passerà alla storia. Di Maio ha umiliato i genovesi che lo hanno votato in massa alle elezioni del 4 marzo e si è anche vendicato del suo ex mentore Beppe Grillo che lo aveva pubblicamente paragonato a Bassolino.
Ora i genovesi, e i liguri in genere, che avevano votato in massa M5s, facendone il primo partito del capoluogo, sono sistemati e Grillo ha paura a uscire di casa per non essere inseguito dai suoi elettori delusi e inferociti.
Il Condono Di Maio consiste nell’avere inserito nel decreto per aiutare Genova dopo il crollo del Ponte Morandi il 14 agosto (e senza tenere conto del disastro per il ciclone di fine ottobre abbattutosi sulle coste liguri), un condono per 28 mila abusi edilizi a Ischia, feudo elettorale del M5s napoletano.
E ai genovesi? Un po’ di castagne secche, nemmeno 100 milioni di euro per una città e una regione in un avvitamento di decrescita tutt’altro che felice.
I grillini hanno avuto anche il becco di difendere la porcata, arrivando a negare l’esistenza del condono con le stesse parole con cui lo esplicitano e spiegano.
Per una volta, quelli del Pd hanno capito di che pasta siano fatti al Movimento 5 stelle. Li hanno inseguiti per mesi e anni, perdendo. Ora il presidente del Pd Matteo Orfini denuncia “lo schiaffo ai genovesi”. I grillini usano una tragedia come quella di Genova per far passare una norma vergognosa che serve a premiare chi ha violato la legge. Una norma che vuole Luigi Di Maio per coltivare il consenso dei furbetti nel suo collegio elettorale. Questo è diventato il M5s. Raccontatelo a tutti”.
Perché l’umiliazione di Genova mediante il condono di Ischia coinvolge anche Beppe Grillo? Il precedente che ha determinato la vendetta di Di Maio risale a 3 anni fa. Il confronto con l’ex sindaco di Napoli Grillo lo aveva fatto non in relazione alla capacità politica di Di Maio, quanto al suo parlar da terrone. Dal palco di Imola, dove era in atto l’annuale kermesse del Movimento, Beppe Grillo, riferendosi a Luigi Di Maio:
“Oggi è una macchina da guerra, ma quando lo abbiamo preso, in provincia di Napoli parlava come Bassolino. Io gli dicevo: Luigi come va? E lui: O nun me romp u cazz”.
Con il condono per Ischia e i quattro soldi a Genova, i conti sembrano saldati…