Crisi Stampa e Secolo XIX. Franco Siddi (Fnsi): monito al Governo, urgono aiuti

di Sergio Carli
Pubblicato il 3 Agosto 2014 - 16:12 OLTRE 6 MESI FA
Crisi Stampa e Secolo XIX. Franco Siddi (Fnsi): monito al Governo, urgono aiuti

Franco Siddi: La crisi di Stampa e Secolo XIX. sono un monito al Governo, urgono aiuti

ROMA – L’annuncio della fusione fra le società editrici di Stampa di Torino e Secolo XIX di Genova, ammonisce Franco Siddi, segretario generale della Federazione della Stampa, Fnsi, il sindacato unico dei giornalisti in Italia,

“deve far riflettere anche Governo e Parlamento sia sui significati della crisi dei giornali, sia sull’esigenza di intervento più qualificato per il pluralismo dell’informazione”.

La crisi c’è, c’è tutta. Il segnale viene da due testate che sembravano eterne, da due città simbolo di ricchezza e potenza industriale, Torino e Genova: è un colpo di campana assordante per le orecchie di chi vuole intendere la portata della crisi e guardare oltre l’orizzonte di rivendicazioni contro un contratto di lavoro miracolo appena concluso a spese di una categoria di editori un po’ mal guidata e un po’ inconsapevole.

Non è la crisi dell’Unità, forse in crisi dal primo giorno di pubblicazione, segnata dal destino di tutti i giornali politici, tutti sovvenzionati a colpi di milioni di nostri euro per perpetuare privilegi di categoria. Questi erano giornali paradigma di posizione dominante nel mercato regionale del Piemonte (e Liguria occidentale) e della Liguria.

Anche se qualche domanda sulla capacità di chi ha condotto queste aziende forse sarebbe da porre, come pure sull’ormai tragico errore di portare i prezzi di copertina oltre il muro del suono, rompendo i limiti di ogni elasticità e aggravando una crisi diffusionale già di per sé forse irreversibile, la mega crisi economica che tutto travolge tutto spiega e giustifica, facendo passare in secondo piano la dissennata politica dei pezzi della Rai, che ha alterato aggravandolo il mercato pubblicitario; facendo passare in secondo piano, con la speranza che non sia vero, le mai smentite parole attribuite a Matteo Renzi:

“Se chiudono i giornali non me ne frega niente”.

La dichiarazione di Franco Siddi coglie anche un lato ironico della fusione Stampa – Secolo: chiude dopo 100 anni la rivalità tra due grandi dinastie industriali italiane, quella degli Agnelli e quella dei Perrone. I loro bis e tris nonni si fecero la guerra a colpi di cannoni, carri armati e treni uscendone gli Agnelli trionfatori i Perrone generatori dell’Iri, i loro nonno e padre furono amici. Ora che la Fiat ha vinto ancora una volta la sua solitaria battaglia contro l’ottusità italiana, si chiude anche la rivalità nel campo dell’editoria, piccola cosa rispetto ai valori complessivi ma molto grande per il valore di due giornali come Stampa e Secolo XIX.
Il progetto annunciato dagli editori di “La Stampa” e del “SecoloXIX”, John Elkann e Carlo Perrone, di un progetto che entro l’anno integrerà i due quotidiani in una nuova società comune, ha detto Franco Siddi,

“richiede grande attenzione per la portata dell’improvvisa comunicazione e suscita amarezza per le svolte che la crisi economica e quella dei giornali stanno determinando. Anche giornali storici, da soli, rischiano di non farcela più. E non bisogna dimenticare che Elkann è l’azionista di maggioranza relativa del Corriere della Sera, giornale attorno al quale si giocano rilevanti partite del sistema editoriale italiano. I poli editoriali sono un tema di discussione sia per le soluzioni da dare alla crisi, sia nei dibattiti sul riassetto del sistema.
L’alleanza dovrà essere chiarita in tutti i suoi effetti, editoriali, organizzativi, occupazionali e nella relazione con l’identità delle due importanti testate del Nord Ovest che, da Torino e Genova, da quando esistono, sono bandiere rappresentative del Piemonte e della Liguria che hanno sempre parlato al resto del Paese.

I discendenti di quelli che avevano creato i poli industriali più antichi del Paese, gli Agnelli e i Perrone, si mettono insieme cento anni dopo siglando un patto che pare molto più di una semplice pax editoriale, assumendo come motivo la crisi del settore. I bilanci delle due testate non hanno il segno più e già sono stati all’origine di pesanti piani di riorganizzazione pagati con riduzione di organici, prepensionamenti e, oggi, con il contratto di solidarietà al Secolo XIX.
Occorre ora che siano messi in chiaro, nel corretto confronto con le parti sociali e nel rispetto dei tempi e delle regole previste per questi passaggi societari, i contenuti di tutta l’operazione. Se la nuova impresa rafforzerà l’identita delle testate e progettualità editoriale, avendo al centro il lavoro, in particolare i giornalisti patrimonio essenziale, per migliorare offerta e risultati sarà una cosa.

Se invece si punterà tutto sulla razionalizzazione tecnica, con disinvestimenti editoriali più o meno lineari, sarà impossibile parlare di svolta.

La Fnsi sarà vicina ai Comitati di a redazione e ai colleghi del “SecoloXIX” e de “La Stampa” e alle Associazioni di Stmpa della Liguria e del Piemonte, sia nell’indispensabile confronto aziendale e in sede nazionale, sia nell’opera di salvaguardia e valorizzazione dei posti lavoro nell’ipotesi di nuovo processi editoraili coordinati, perché davvero si vada verso una condizione di nuova solidità e fiducia.

La situazione sara seguita attentamente in tutti i suoi aspetti, avendo ruardo per il valore e del lavoro gironalistico e delle articolate presenze nei territori, in alcuni dei quali sinora i due quotidiani agiscono in regime di concorrenza o con altre alleanze, come nel caso della “Stampa” con “Il Corriere Mercantile”.

Sicuramente l’annuncio di oggi deve far riflettere anche Governo e Parlamento sia sui significati della crisi dei giornali, sia sull’esigenza di intervento più qualificato per il pluralismo dell’informazione”.