De Luca resta, Barracciu si dimette: strabiche equazioni

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 23 Ottobre 2015 - 14:36 OLTRE 6 MESI FA
De Luca resta, Barracciu si dimette: strabiche equazioni

Matteo Renzi con Vincenzo De Luca

ROMA – Il titolo in prima pagina sul Fatto Quotidiano di ieri (22 ottobre) rischia di far incrociare gli occhi: “Barracciu (imputata) lascia, De Luca (condannato) resta”. Il gioco di specchi rovesciati confonde, risolvere l’impossibile equazione varrebbe la medaglia Fields per la matematica. Il sottosegretario Francesca Barracciu è costretta alle dimissioni (Matteo Renzi l’ha solo vivamente consigliata, dice lui) perché rinviata a giudizio per 81mila euro di rimborsi elettorali spesi altrimenti quand’era consigliere regionale (è al secondo abbandono, dopo quello da candidata Pd a presidente della Regione).

Vincenzo De Luca, governatore della Campania, è stato condannato in primo grado per abuso di ufficio, è sotto l’incudine della Legge Severino, rischia che nemmeno un esito positivo lo salvi dalla defenestrazione: un pm ha fatto ricorso e chiede che sia condannato per un reato più grave, il peculato, reato per cui si va a casa anche senza Severino.

Di male in pejus, per restare all’azzecagarbugliese: ma De Luca resiste, non se ne va. Renzi ha consigliato vivamente anche lui: resta, ha dichiarato alla Gruber, sei l’unico che può eliminare le eco balle dalla Terra dei Fuochi, io sarò con lui. Sembra di sentir parlare Titti l’ambientalista o il draghetto Grisù, ma trattasi di strategia precisa volta a declinare in termini politici (costi, benefici, opportunità) il complicato dedalo normativo che nelle intenzioni doveva porre l’argine preventivo alle malefatte degli impresentabili di Casta. Ma De Luca è l’unico in Campania che vince per la sua parte, tanto è vero resterà per interposta Giunta pure se la Severino lo farà decadere.

Per cui, raccogliendo i pezzi, i parlamentari vengono sospesi d’ufficio con la condanna passata in giudicato, gli amministratori locali  anche per condanne non definitive. Ma poi ci si mette la Legge Severino che sospende, il Tar che reintegra, il pm che modifica il capo d’accusa, la Corte Costituzionale che si prende tutto il tempo per riscrivere tutto…

C’è chi si danna per uno scontrino (Marino), chi va in paradiso per un’eco-balla (De Luca), chi spende pazzamente (Barracciu) e viene giubilata per correre da presidente della regione con la ricompensa di una poltrona di vice ministro della Cultura prima di doversi dimettere di nuovo perché il conto spese è in continuo aggiornamento. Un puzzle impazzito, un minestrone indigeribile. La Terra dei Cuochi.