Economist senza pudore loda le riforme fallite di Monti

Pubblicato il 15 Febbraio 2013 - 13:22| Aggiornato il 1 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

The Economist, il sussiegoso settimanale inglese da tempo schierato a tutto azimut a favore di Mario Monti, ha perso il ritegno. Gli ha dedicato la copertina del numero di questa settimana, riempendola con una Torre di Pisa inclinatissima, quasi caduta e con il titolo: “Ci può salvare l’ Italia?” con l’ovvia risposta all’interno: “Il miglior risultato sarebbe che Monti restasse come primo ministro”.

Forse in redazione nessuno legge regolarmente i giornali italiani o forse, secondo un costume che gli inglesi rimproverano ai giornalisti italiani, scrivono con le lenti della ideologia e del pregiudizio e non quelle dei fatti: “L’economia italiana ha bisogno ancora delle riforme di Monti“.

Perché non ci siano dubbi sul track record del grande riformatore, The Economist ne elenca le più gloriose: le pensioni (e gli esodati?) e la riforma Fornero (questo lo hanno scritto prima del rapporto Ocse), che, “secondo alcune stime, hanno già alzato il potenziale di crescita dell’ Italia di quasi mezzo punto”. Nessuno gli ha ricordato quanti punti ci ha fatto perdere l’incosciente gestione dei primi mesi di Monti, tra blitz, limiti al contante, imu e generale aumento della pressione fiscale sui soliti noti. Né si sono premurati di rileggersi le promesse di Monti, che parlava non di mezzo punto, ma di undici, poi ridotti a 5.

Certo questo non basta, e allora il giornale ritorna su quelle riforme su cui hanno già lasciato le corna non solo e per due volte, il povero Pierluigi Bersani, ma lo stesso Monti: Notai, farmacisti, taxi, fornitori di energia: infatti prendera un taxi costa come andare in astronave e la bolletta energetica, be’ quella la conosciamo tutti bene.

Arriviamo al comico. Sostiene The  Economist che “purtroppo” il povero Monti è “più abile a governare che a fare campagna elettorale” anche se ormai Monti è diventato più spregiudicato di Berlusconi e Beppe Grillo.

L’auspicio è che Monti usi il potere contrattuale che gli verrà dallo stallo post elettorale “per chiedere un ruolo di super-ministro dell’economia. Ed un governo ”guidato da Bersani, con Monti responsabile dell’ economia, sarebbe un risultato accettabile per l’Italia”.

Non bastano i danni che ha fatto già Monti. Forse è meglio i ragazzi di The Economist pensino a Cameron e lascino cadere l’abitudine di pontificare sull’ Italia come fosse una provincia di Burma, all’estremo confine del British Empire.