Egitto, e la chiamavano rivoluzione…

Pubblicato il 11 Giugno 2012 - 18:45 OLTRE 6 MESI FA

Le proteste a piazza Tahrir di oltre un anno fa (Foto LaPress)

IL CAIRO – E pensare che quella di Piazza Tahrir in Egitto la chiamavano rivoluzione… Una liberazione dalla dittatura, una liberazione da tutte le costrizioni che fino ad allora avevano assillato e afflitto gli egiziani. Eppure sembra proprio che se una liberazione c’è stata, non è stata per tutti: oggi non solo quella stessa piazza non vede più le belle speranze della rivoluzione ma solo venditori ambulanti e trafficanti, ma è anche interdetta pressoché alle donne. Dove sta allora questo vento di riformismo e novità?

Come racconta Cecilia Zecchinelli sul Corriere della Sera Piazza Tahrir è sempre più teatro di assalti e tentativi di stupro e tra le donne si è diffuso il passaparola di evitare la piazza, soprattutto quando cala la luce del sole. Ma allora, a che è servita la rivoluzione se anche in uno dei Paesi islamici più “occidentali” le donne non possono sentirsi sicure?

Due sere fa, racconta la Zecchinelli, “dopo l’ ennesimo attacco a una ragazza da parte di 200 uomini non identificati, c’è stata una manifestazione per dire basta a quella vergogna. Ma le 50 manifestanti, nonostante il servizio d’ordine di qualche decina di maschi, sono state nuovamente aggredite. Fuggi fuggi tra le auto e le strade vicine, panico, urla, poi le donne si sono salvate in un edificio. Furiose e stravolte”. Il tutto anche a causa della scomparsa della polizia per le strade seguita alla fine dell’era Mubarak. Della serie, quando troppo e quando niente…