ROMA – Mentre l’Italia freme di indignazione per la vicenda che vede coinvolta Anna Maria Cancellieri, ministro della Giustizia, e i suoi legami con la famiglia del costruttore e assicuratore Salvatore Ligresti, Eugenio Scalfari dedica il suo editoriale della domenica al tema: “Grillo e l’Europa” che lui considera “il tema di maggiore attualità”.
Abbiamo il ministro della Giustizia che accusa di ingiustizia il comportamento dei pubblici ministeri di Torino, delegittimando come mai non ha fatto nemmeno Berlusconi l’azione della magistratura, ma per Eugenio Scalfari il tema centrale è “la campagna elettorale che il proprietario e leader del Movimento 5 Stelle ha già aperto in vista delle elezioni europee del maggio 2014 e di quelle italiane che egli si augura e fa di tutto per provocare il più presto possibile”.
Scalfari non tiene in conto i risultati delle elezioni in Trentino Alto Adige, che vedono Beppe Grillo, politicamente isolato e inefficace, incapace di mantenere almeno una, almeno il reddito di cittadinanza, delle roboanti promesse elettorali. Non vede il disastroso effetto per la credibilità delle istituzioni del caso Cancellieri e pensa a Beppe Grillo.
Si tratta, afferma Scalfari,
“di una campagna di destra, una destra xenofoba contro gli immigrati, qualunquista contro i partiti (tutti i partiti, nessuno escluso) e contro le istituzioni, dal capo dello Stato al presidente del Consiglio ai ministri (tutti i ministri) e contro la magistratura e la Corte costituzionale”.
“È a suo modo una politica rivoluzionaria perché vuole abbattere tutta l’architettura esistente ma con un obiettivo reazionario perché vagheggia una dittatura, la sua. Il movimento di popolo che le sue parole d’ordine indicano con chiarezza fa leva sui sacrifici, le speranze frustrate e la rabbia che ne deriva, ormai molto diffusa, che gli italiani sentono con sempre maggiore acutezza.
“Di chi è la colpa, chi ne sono i responsabili, stando alle indicazioni di Grillo? I partiti che governano il Paese da oltre mezzo secolo, l’establishment economico, i sindacati, l’Europa. Questi sono i nemici da sconfiggere, mettere in fuga e sostituire. Con chi? Col popolo finalmente svegliato da Grillo, che sarà naturalmente lui a guidare, a istruire e ad educare”.
“Grillo ha anche in mente una sua politica economica. Non è mai andato a scuola di economia e conosce per sentito dire le scuole di Cambridge, di Vienna e del Mit degli Usa; ma sa interpretare e semplificare quello che molta gente pensa: ridurre le tasse, combattere evasione e corruzione, infischiarsene del debito pubblico, spendere per creare posti di lavoro senza preoccuparsi delle coperture, rispondere a pernacchie alle direttive europee e mandare per aria l’euro. Chi se ne frega dell’euro. Meglio una moneta nazionale stampata in Italia in quantità capaci a fare star meglio la gente, i giovani, gli anziani, tutti”.
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