Parma, Stalingrado dei partiti. Restano i grillini… a scuola di diritto

Pubblicato il 23 Maggio 2012 - 20:23 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Parma risparmiata dal terremoto, ma non da quello politico: è una città, forse solo la prima di una lunga serie, dove i partiti, a parte il Movimento 5 Stelle, sono quasi morti. Una Stalingrado, come ha detto Beppe Grillo, ma della politica. Sono saltate teste nel Pd, nel Pdl e nella Lega. Restano solo i grillini a guidare la città e a rappresentare la politica. E non si sa se gioire o meno visto che quelli che sono stati eletti ora vanno a scuola di diritto amministrativo dai docenti dell’Università, perché, come dice Pasquale Nuzzo, il più votato dopo il sindaco Federico Pizzarotti: “Non ci aspettavamo di dovere governare, così adesso dobbiamo imparare come funziona la macchina comunale per fare bella figura”. Una frase che a ben vedere fa venire qualche brivido soprattutto se seguita dall’affermazione: “È troppo seria questa città per pensare che 50 mila persone abbiano votato Grillo. È in noi che i cittadini hanno creduto”.

Fatto sta che Parma ha scelto il Movimento 5 Stelle per provare a ripartire e gli altri partiti si sono quasi liquefatti. Per prima è saltata la testa del segretario provinciale Pd, Roberto Garbi, dimissionario perché accusato di avere pedissequamente accettato l’indicazione di Bersani di candidare Vincenzo Bernazzoni. Poi è stata la volta di quella della segretaria cittadina Pd, Lorenza Dodi, anche lei travolta dalla débâcle. Cade anche la testa di Paolo Buzzi, Pdl, che aveva accentrato sia la carica di coordinatore provinciale che quella di candidato-sindaco. Guai anche per Andrea Zorandi, colpevole di avere portato alla chiusura (col 2,7 %) la Lega di Parma, che solo un anno fa sembrava destinata a essere la testa di ponte del Carroccio verso l’Emilia e il Centro Italia.