Gentiloni in India parla di cantieri e insaccati. Sui marò top secret, i giornali tacciono su tutto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Ottobre 2017 - 13:04 OLTRE 6 MESI FA
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Paolo Gentiloni in India (foto Ansa)

NUOVA DELHI – Misterioso viaggio di Paolo Gentiloni nell’India misteriosa. Si è parlato dei nostri marò e delle forniture di Finmeccanica nei colloqui fra Gentiloni e il collega indiano Narendra Modi? Nessuno lo sa e se lo sa non lo dice. La notizia della visita domina i siti indiani, non se ne parla in Italia. Imbarazzo, trascuratezza o velina? Anche il sito della agenzia Ansa relega l’evento in fondo alla home page con un richiamo con foto bellissima di un Gentiloni un po’ incredulo che passa in rassegna un reparto di gurka e uno di marines.

L’occasione è ben calcolata. Il settantesimo anniversario della apertura dei rapporti diplomatici fra Italia e India, in coincidenza con i 70 anni della Repubblica indiana dopo la conquista del’indipendenza.

Anche se le parole d’ordine sebrano essere lotta al terrorismo  cybersicurezza. dal contesto si capisce che i temi sul tappeto, quelli che contano veramente, sono altri.

Dei marò non si parla ma qualcuno dovrebbe ricordare che proprio Gentiloni disincagliò la vicenda dal binario morto in cui l’avevano piantata li ineffabili Terzi e De Mistura ai tempi del Governo Monti. Gentiloni buttò la palla in fallo laterale, rivolgendosi al Tribunale internazionale dell’Aja. Verosimile pensare che il tema dei marò figuri ai primi punti della agenda segreta dei colloqui di New Delhi.

“Il ministro degli Esteri Sushma Swaraj si è incontrato con Gentiloni di primo mattino. I due hanno discusso temi di reciproco interesse”.

Quanto a Finmeccanica e in particolare alla cantieristica, c’è un passo della confrenza stampa di Gentiloni che ci punta diritto, là dove si parla di infrstrutture e cantieristica. Pochi mesi or sono l’India aveva affidato a un consorzio di 6 paesi la progettazione di 6 sommergibili invisibili, da costruire nei cantieri navali indiani.

Il principale quotidiano indiano in lingua inglese, Times of India, parla di “colloqui a tutto campo, che coprono l’intero spettro delle relazioni biltrali”, tradotti in concreto con la firma di 6 accordi per rafforzare la cooperazione bilaterale.

“Vogliamo portare i rapporti fra i nostri Paesi a nuovi migliori livelli”, ha detto Modi.

Turismo, smart cities, produzioni alimentari, farmaceutica, infrastrutture i campi ufficiali della collaborazione per Modi. Gentiloni ha aggiunto la cooperazione scientifica, le infrastrutture (“specialmente nel settore ferroviario”), i cantieri navali, le energie rinnovabili e  le tecnologie verdi, cosa che per l’ex direttore di Nuova ecologia è il meno che si possa augurare.

Gentiloni ha detto ancora: “Il mio viaggio, insieme a imprenditori e responsabili di associazioni economiche di primo piano, porta esattamente questo messaggio alla controparte indiana: ‘Vogliamo rafforzare i legami esistenti e forgiarne di nuovi in molti settori economici’. Per quanto riguarda il possibile contributo italiano al progetto ‘Make in India’, Gentiloni ha detto che “mi viene subito in mente la cantieristica navale e l’industria manifatturiera. Ma penso anche all’agroalimentare e a numerosi altri settori” in cui tale cooperazione è possibile.

Intanto l’India non se la passa male, anche se la guerra all’evasione proclamata da Modi, sul modello italiano, col bando quasi assoluto del contante, sembra avere dato, proprio come in Italia, un brutto colpo all’economia, com non più tardi di oggi ha ribadito Rahul Gandhi, pro nipote del padre dell’India moderna, Iawahrlal Nehru.

Sullo sfondo però c’è lo scenario globale che anticipa la terza guerra mondiale. Lo scontro sarà fra Usa e alleati e Cina. Con la Cina i rapporti sono stati sempre tesi da parte dell’India. C’è stata una guerra, i confini sono presidiati da ingenti forze. La posizione dell’India, dopo un giro terzomondista ai tempi di Stalin, è marcatamente occidentale anche per lo slittamento in area cinese dell’eterno nemico fratello, il Pakistan.