Gerry Scotti, Gnocchi… partiti a caccia di comici. Ma Grillo è cosa diversa…

Pubblicato il 28 Maggio 2012 - 15:03 OLTRE 6 MESI FA

Beppe Grillo (Foto LaPresse)

ROMA – Dopo il grande boom del Movimento 5 Stelle e di Beppe Grillo alle comunali, i partiti ormai zoppicanti tentano di correre ai ripari e cercano disperatamente dei comici con cui fare leva sulla gente. Il Pd ha puntato su Gene Gnocchi, il Pdl pensa a Gerry Scotti, ma se si ha un po’ di memoria, nemmeno troppo a lungo raggio, si saprà che l’ascesa politica di Grillo è maturata negli anni e Grillo ha presa sulla gente (ma poi quanta?) perché è da circa dieci anni che “allena” il suo pubblico con dibattiti politici. Insomma, non è certo perché Grillo è un comico che la gente lo ha votato.

Grillo i voti li ha presi dai cittadini stufi della politica politicante e immobile, da quegli stessi cittadini pubblico pagante dei suoi spettacoli. Spettacoli che da anni non sono diventati altro che grandi comizi politici a pagamento. Ecco come, ben prima di scendere veramente in politica, Grillo si è creato un elettorato. Ed ecco perché l’idea di candidare dei comici che di politica non si sono mai occupati è cosa sciocca ancorché priva di visione di insieme.

Che poi anche a ben guardare dai sondaggi, il successo di Grillo è tutto da analizzare. Secondo un recente sondaggio un italiano su tre voterebbe, eventualmente Grillo alle politiche. Prima di tutto resta il condizionale nel “voterebbe”: nel buio dell’urna può succedere di tutto. E soprattutto significa che due italiani su tre continuano a preferire i partiti all’antipolitica.