Governo Conte. Non c’è ancora ma le fandonie di Salvini e Di Maio ci sono già costate 2 mila euro a testa

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 26 Maggio 2018 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA
Governo Conte. Non c'è ancora ma le fandonie di Salvini e Di Maio ci sono già costate 2 mila euro a testa (foto Ansa)

Governo Conte. Non c’è ancora ma le fandonie di Salvini e Di Maio ci sono già costate 2 mila euro a testa (foto Ansa)

ROMA – Governo Conte. Non c’è ancora ma ci è già costato 2 mila euro  [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] a testa. Non è stato fatto nemmeno un decreto, ma abbiamo già perso 200 miliardi. Colpa delle sbruffonate di Salvini e di Di Maio, spiega Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business.

Molti sospettano, e con ragione, che Salvini abbia solo voglia di andare a nuove elezioni, convinto di avere un grande successo. Purtroppo per lui, ha votato NO al referendum di Renzi e quindi si ritroverà sempre davanti allo stesso problema: al Quirinale c’è Mattarella e Mattarella, in base alla Costituzione, gli può bocciare i ministri e gli può non firmare le leggi più folli.

Questi quasi tre mesi di tira e molla, sono serviti, però, per capire un po’ di più con che razza di gente abbiamo a che fare: parolai, chiacchiere e distintivo.

1- Uno dei mantra di Salvini e di Di Maio è che bisogna andare in Europa e ridiscutere i trattati. Nessuna affermazione è più idiota di questa: l’Italia in Europa non conta niente (e questo vale anche per Renzi…). Zero. Non ha un solo alleato sulla piattaforma Salvini-Di Maio. Nel tentativo di sollevare un po’ di orgoglio patrio se la prendono con la Germania. In realtà, contro le idee di Lega e 5 stelle c’è tutta l’Europa. Quindi non si capisce con chi si vogliano discutere e riformare i trattati. Il sospetto è che vogliano solo fare casino, per prendere voti.

2- Fa un po’ ridere, poi questo insistere sul voler spiegare alla Germania che cosa deve fare. L’Italia, il paese più scassato d’Europa, vuole arrogarsi il diritto di spiegare all’economia più forte quello che deve fare e come lo deve fare. Non c’è più alcun senso delle proporzioni.

3- Fa ridere anche il fatto che il “governo del cambiamento”, anti-Kasta, alla fine si sia ridotto a farsi presiedere da un non eminente esponente di quella stessa Kasta (il Conte, professore universitario), ridotto peraltro a semplice portavoce. E a giocarsi tutto sulla nomina di Savona all’economia: uno, di sicuro intelligente e competente, ma che dentro la Kasta ha fatto tutta la sua carriera e ha passato tutta la sua vita, e che solo in tarda età si è messo a fare il Gian Burrasca, sostenendo posizioni (quelle leghiste) francamente un po’ manicomiali.

Ma poi c’è la sostanza vera: i soldi. Secondo i calcoli del “Corriere della Sera” questi tira e molla e queste sciocchezze sono già costate all’Italia circa due mila euro per ogni cittadino. Si somma tutto: spread, crollo delle azioni, delle obbligazioni, ecc. E la cosa curiosa è che ancora non è stato fatto niente. Non una legge, non un decreto. Non c’è nemmeno un governo. Persino gli odiati vitalizi (quelli vecchi) continuano a essere erogati.

E allora che cosa è successo? Le parole.

Lega e 5 stelle sono schiavi della loro  stessa storia. Per raccattare voti hanno usato un linguaggio celodurista, un misto di minacce e di promesse mirabolanti. E questa roba ha fatto una certa impressione presso i ceti meno abbienti e meno consapevoli. Ma non ai mercati.

I mercati, che ci hanno già prestato 2.300 miliardi e che ce ne devono dare 400 circa all’anno (altrimenti non si pagano gli stipendi e le pensioni), non amano la gente che urla che non pagheranno i debiti e che se ne sbattono di loro. Nelle osterie della val Brembana e nei bassi di Napoli il linguaggio di Salvini e Di Maio piace, sui mercati no.

I ragazzi con prestigiosi master delle migliori università mondiali che stanno davanti ai loro computer (da Austin, Texas, a Hong Kong) e che ogni minuto secondo devono decidere davanti ai titoli del debito italiano se fare “sell” o “buy”, quando sentono una nuova sbruffonata di uno di questi due,  digitano inesorabilmente “sell”. E lo spread sale.

I due, poi, se la cavano dicendo che lo spread non conta niente e che comunque sono i poteri forti demoplutogiudaici (che loro abbatteranno). In realtà, a far salire lo spread sono migliaia di operatori che non si fidano di loro. Non c’è nessun complotto: stanno solo cercando di non farsi bidonare da due irresponsabili.

E’ stato calcolato che un’applicazione integrale del famoso, demenziale “contratto di governo” porterebbe il disavanzo italiano al 6-7 per cento (dovrebbe essere invece  poco sopra l’1 per cento).

Sono sicuro che, anche se dovesse nascere davvero un governo, alla fine non se ne farà niente. Sarebbe la Grecia nel giro di due ore: bancomat chiusi, ospedali senza medicinali essenziali, pensioni e salari tagliati o semplicemente non pagati, disoccupazione in crescita. Con un finale tipo Venezuela o Argentina. Con Di Maio e Salvini in fuga in Valtellina, come Mussolini.

Ma non faranno niente. Sono dei parolai. Hanno capito che urlando contro i negher e contro l’Europa si prendono voti, e questo fanno. Con le leggi e gli atti di governo ci andrebbero però piano, pianissimo.

Restano le parole. La loro storia li condanna a dire scemenze, a urlare ogni tre minuti la sacra “sovranità” dell’Italia (sì, con 2.300 miliardo di debiti), la loro determinazione a fare a botte con tutti. Tutta roba fatta apposta per spaventare i mercati,sell, sell, sell.

E l’Italia sprofonda sotto questo torrente di parole da bulli.