Ignazio Marino, sindaco di Roma, alla battaglia dell’acqua minerale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2013 - 12:20 OLTRE 6 MESI FA

Ignazio Marino, sindaco di Roma, alla battaglia dell'acqua mineraleROMA – Ignazio Marino, neo sindaco di Roma, ogni giorno che passa fa pentire un po’ di più quelli che lo hanno votato. La battaglia dell’acqua minerale è l’ultima che si è inventato, a quanto scrivono i giornali romani. Mentre ci sono intere zone del centro isolate da mesi dalle buche, i cittadini sono assaliti dagli zingari, quando piove un po’ tutto s’allaga, Ignazio Marino parte alla crociata:

“Basta con l’acqua in bottiglia, in Comune si beve quella pubblica”

ci informa Repubblica.

Sembrerebbe arrivare dai Castelli, dove l’acqua è liscia come in alta montagna, se non si sapesse che Ignazio Marino vive in centro a Roma, dove il pane, a causa dell’acqua, carica di calcare, dopo due ore diventa gomma, le lavatrici e  gli scaldabagno si incrostano continuamente e i cittadini che non vogliono riempirsi di calcare devono dotarsi di impianti di depurazione.

Almeno due giornalisti di Repubblica, Laura Serloni che ha scritto l’articolo e l’anonimo che ha fatto il titolo, aderiscono entusiasti, tacendo che dalle loro parti l’acqua non è quella che viene direttamente dall’acquedotto, perché se fosse, probabilmente le malattie per calcoli sarebbero elevate.

Mentre il Messaggero minimizza con un neretto breve, non cogliendo l’aspetto esilarante, Repubblica si lancia parla di “svolta ecologista”.

Di più, a quanto scrive Laura Serloni: l’acqua di Roma è

“buona e sicura”

e questo lo

“si sa e lo confermano decine di analisi: è tra le migliori d’Italia”.

Per questo d’ora in poi il sindaco Ignazio Marino

“non vuole più sentir parlare delle tradizionali bottigliette, in vetro o in plastica non importa, nessuna è esclusa. Ora in Campidoglio si beve l’acqua del rubinetto. È la svolta ecologista del Comune, pioniere dell’economia “green”.

Laura Serloni ci informa anche che Ignazio Marino lo ha annunciato ufficialmente:

“«Ho deciso che da oggi per me e per la giunta l’acqua sarà solo in brocca. Così il sindaco berrà “l’acqua del sindaco” o meglio l’acqua di Roma. Buona anche perché pubblica», commenta su Facebook il primo cittadino, pubblicando una foto che lo ritrae nel suo studio con vista suiFori mentre studia dei documenti e beve acqua di Roma, quella che arriva nelle case di milioni di romani e che dalla fontanelle disseta ogni giorno frotte di turisti”.

Commenta Laura Serloni che si tratta di

“una scelta che si muove nella direzione del risparmio, sicuramente economico perché si taglia sull’acquisto delle casse d’acqua ma anche in termini di sostenibilità, riducendo l’uso della plastica e dando l’esempio politico di rispetto per l’ambiente. Una decisione che non farà rientrare milioni nelle casse capitoline ma che dà un segnale importante alla città. E soprattutto all’immagine che il Comune vuole trasmettere ai romani. La parola d’ordine è, allora, sobrietà. Una rivoluzione iniziata già dal giorno dell’insediamento quando rinunciò all’auto blu (decisione tra l’altro estesa a tutto lo staff e alla Giunta) e scelse la bicicletta per gli spostamenti”.

Si vede che Ignazio Marino non suda, beato lui, con questo caldo.

Questo passaggio è da Achille Campanile:

Dopo la bicicletta tocca alla

“indicazione di bere caraffe di acqua fresca riempite direttamente dai rubinetti del Campidoglio. E a chi faceva notare che il sabato e la domenica il bar di palazzo Senatorio è chiuso, quindi non si può prendere l’acqua dal rubinetto, ecco pronta la risposta: nel weekend si va direttamente alla fonte dell’Acqua Marcia che passa proprio sotto il Campidoglio”.

Con corde e caschi da speleologi?