Laura Boldrini si candida: donna al Quirinale se Gianotti al Cern

di Sergio Carli
Pubblicato il 2 Gennaio 2015 - 11:57 OLTRE 6 MESI FA
Laura Boldrini si candida: donne al Quirinale se Gianotti al Cern

Laura Boldrini si candida al Quirinale: se la Gianotti dirige il Cern, una donna può diventare Presidente della Repubblica

ROMA – Laura Boldrini, presidentessa della Camera, cerca di mettere il cappello, o almeno il cappellino, sulla poltrona del Quirinale, dove siede il Presidente della Repubblica, la cui elezione, quando si definirà la data delle dimissioni di Giorgio Napolitano, è imminente.

Senza giri di parole, Laura Boldrini si auto candida e, ringalluzzita dall’esempio di Fabiola Gianotti dice al Corriere della Sera:

“Se le donne possono dirigere il Cern, possono salire al Quirinale”.

Fabiola Gianotti è stata portata a esempio di virtù nazionale, come i grandi che scalarono il K2, dal presidente della Repubblica in scadenza, Giorgio Napolitano, senza che né lui né altri si siano chiesti se la scalata di Fabiola Gianotti sia dovuta al suo genio scientifico, alla sua bravura organizzativa, o semplicemente perché al Cern, come in qualsiasi entità internazionale, vigano le regole della lottizzazione per nazioni, questo ai francesi, questo ai tedeschi, questo perché no, agli italiani.

A proposito del discorso di Napolitano, colpisce la sua gerarchia di valori: c’era la direttrice, c’era l’astronauta, c’era anche il comandante Argilio Giacomazzi della Norman Atlantic, nonostante l’imputazione, atto dovuto quanto si vuole, per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, mentre mancava uno straccio di imprenditore, di quelli che fanno camminare l’economia e fanno grande l’Italia nel mondo. Eredità culturale post comunista o strascico di grillismo? Tra gli imprenditori, va ricordato , sono inclusi tanti criminali o mezzi criminali. Ma senza il loro lavoro, ingegno, impegno, creatività, la decrescita felice auspicata da Beppe Grillo e realizzata da Mario Monti, non sarebbe stata possibile.

Il resto delle cose dette da Laura Boldrini sono banalità fritte: il nuovo presidente della Repubblica

“dovrà essere una personalità autorevole, perché questa è l’eredità che Napolitano lascia. Dovrà avere un alto senso delle istituzioni, essere un riferimento etico e morale e dovrà intendere il ruolo istituzionale come un servizio”.

Napolitano “ha sempre posto l’accento sull’importanza della politica e penso che lì ci sia tutta l’essenza del suo mandato. In un passaggio importante del discorso ha invitato gli italiani a non cadere nella trappola della sfiducia verso la politica. È vero che deve fare pulizia al suo interno, ma la crisi che sta emergendo nelle inchieste su Mose, Expo e Mafia Capitale è di sistema e riguarda tutti i livelli della società”.

Lezione di metodo: va fatto “un lavoro preliminare” per i candidati “all’interno dei gruppi e fra i gruppi parlamentari”. Il Parlamento è lo stesso del 2013, “però le esperienze fatte contano” e da parte delle opposizioni Laura Boldrini nota, estrapola l’Ansa,

“un atteggiamento più costruttivo, che mira ad incalzare sul merito dei provvedimenti, piuttosto che tattiche semplicemente dilatorie”.