Londra. Google paga 10 mln £ di tasse, Schmidt cerca a casa a 30

Londra. Google paga 10 mln £ di tasse, Schmidt cerca a casa a 30
Londra. Google paga 10 mln £ di tasse, Schmidt cerca a casa a 30

ROMA – Londra. Google paga 10 mln £ di tasse, Schmidt cerca a casa a 30. Non valga più di una freddura l’accostamento casuale che il Financial Times ha con discrezione tratto tra “Le tasse di Google e la residenza di Schmidt” (è il titolo del Corriere della Sera). Tuttavia, è abbastanza impressionante una certa sproporzione tra fortune diverse, le imposte degli ultimi sette anni a carico del colosso di Mountain View per le sue attività in Gran Bretagna, e la misura delle giuste aspettative immobiliari del suo capo, Eric Schmidt.

Google ha pagato 10,6 milioni di sterline complessivi, nonostante abbia fatto ricavi per 12 miliardi. Schmidt sta cercando casa a Londra, diciamo una magione che, per giustificare il suo status di “billionaire”, deve valere almeno una trentina di milioni di sterline. Lo fa per pagare un po’ più di tasse, una questione di immagine: il fatto è che, senza commettere reati fiscali, Google, al pari di altre multinazionali, quando si tratta di pagare le tasse diventa apolide, si mette a caccia della patria meno oppressiva.

Questa volta, nell’estremo tentativo di salvare la faccia, il ceo di Google va a caccia di tasse (“Google chairman Schmidt in taxing hunt for London home”, Financial Times) e approfitta del recente inasprimento fiscale britannico sulle case dei ricchi (+7% oltre i 2 mln £, su 30 mln il conto finale è di 2 mln l’anno).

Per non sbagliare, Schmidt  si è affidato a un amico del Principe William: sarà lui a dovergli trovare una sistemazione a Chelsea o a Holland Park, dove un metro quadro non vale meno di 3.000 sterline. Non ha preferenze, non cerca eccentricità: deve stare in piedi e vedersi da lontano l’insegna “qui abita un onesto contribuente”.

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