Macron “le populiste”. Stretta sui migranti: “Ascoltiamo il popolo, i borghesi non li incrociano mai…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Settembre 2019 - 13:33| Aggiornato il 18 Settembre 2019 OLTRE 6 MESI FA
Macron, stretta sui migranti e sul diritto d'asilo

Emmanuel Macron e Giuseppe Conte (Ansa)

ROMA – Sembra molto difficile che al sempre inappuntabile, politicamente correttissimo, figlio della scuola più elitaria d’Europa Emmanuel Macron sarà imputato un sia pur tardivo “populismo” opportunista. Anche se ieri parlando di migranti ha annunciato una svolta rigorista, diciamo così di porti tutt’altro che aperti, sollecitando i dirigenti di En Marche a cambiare atteggiamento e finalmente “ascoltare il popolo”. Che i migranti non li vuole, per il semplice motivo che è costretto a sopportare il fardello di una complicata convivenza. 

“La questione è se vogliamo essere un partito borghese o meno”

Populista senza remore o inibizioni. Senza vergogna, perché solo un anno fa tuonava contro “la lebbra populista”. Senza paura di piegare pericolosamente a destra invadendo lo spazio occupato dalla Le Pen: “La questione è sapere se vogliamo essere un partito borghese o meno. I borghesi non hanno problemi con questo: non li incrociano, mentre le classi popolari ci devono vivere insieme”. Così, papale papale, si direbbe a Roma. Che, a proposito, in Vaticano a qualcuno in alto fischieranno le orecchie…

E fischieranno a Conte che, nella ristampa di se stesso premier, ha omesso qualche passaggio salviniano poco elegante a proposito di muscolari respingimenti. E a Zingaretti che meccanicamente ha inserito il disco del senza se e senza ma nella questione epocale di migrazioni e accoglienza. 

Ripensare il diritto d’asilo

“I flussi di ingresso – ha dichiarato Macron – non sono mai stati così bassi in Europa e le richieste d’asilo mai così elevate in Francia”. Sul diritto d’asilo anche nella patria dei diritti dell’uomo è giunto il tempo dei ripensamenti, di una manutenzione rigorosa. E infatti, “nei quartieri esplode il numero di minori non accompagnati”. Cioè nei quartieri delle banlieue, non certo della Parigi bianca dove il prezzo medio delle abitazioni è arrivato a 10mila euro al metro quadro.

“Parigi o cara”, smoccolavano i francofili italiani abbacinati dal fascino di una Ville Lumiere di cui potevano solo intuire la metamorfosi multietnica. L’ultima spiaggia di un’Europa divisa tra veri razzisti travestiti da sovranisti e progressisti disarmati dalle sole buone intenzioni, poggia sulla capacità di convincere tutti i paesi membri ad accettare i sacrifici dell’accoglienza a cominciare col sanzionare i paesi dell’est riottosi. Ma si illude Conte se pensa che il solo fatto di aver voltato gabbana intenerisca Macron.

Rapidi rimpatri per i migranti economici

Fonti a Bruxelles hanno confermato che Parigi sarebbe orientata ad accogliere solo i rifugiati, o al massimo i migranti di quei Paesi con cui ci siano già intese bilaterali per i rimpatri. E anche sul fronte del luogo di sbarco, i francesi appaiono fermi sul principio del porto sicuro più vicino, dove effettuare le prime registrazioni. E sui migranti economici la chiusura è totale: rapidi rimpatri forzati, altro che fraternitè. (fonti Le MOnde, Ansa)