Monti, il “crea crisi-distruggi crisi”: quando al potere ci va chi non è eletto

Pubblicato il 6 Ottobre 2012 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Diciamolo chiaramente una volta per tutte: il governo Monti, un governo di tecnici non eletti, è la negazione della democrazia. Senza entrare nel merito se Monti e i suoi stiano facendo un buon lavoro o meno, senza entrare nel merito del fatto che forse senza questo governo staremmo messi peggio della Grecia, ad ogni modo un governo che non è stato eletto dal popolo non è democrazia. E passi che in Italia siamo assuefatti alle dominazioni estere, passi che quasi ci piace che qualcuno da fuori ci dica che cosa dobbiamo fare, che qualcuno che noi non abbiamo scelto è capace di fare cose che quelli che avevamo eletto non si sono mai nemmeno sognati… Passi che forse, come dice qualcuno, in Italia l’unica realtà possibile è la dittatura e la dominazione… Resta il fatto che stiamo vivendo una sorta di sospensione della democrazia di cui pochi si rendono conto.

Riccardo Ruggeri su Italia Oggi fa un’analisi molto lucida della situazione attuale che ci sentiamo di condividere. Illustra come alcuni grandi del mondo della finanza, tra cui proprio Monti, prima sono stati artefici e burattinai della Grande crisi e poi hanno preso il potere nei vari punti nevralgici del mondo per traghettare i Paesi fuori dalla crisi stessa. Ruggeri scrive:

Il loro obiettivo è da anni chiarissimo, per chi lo vuol vedere: trovare una formula che depotenzi il modello democratico occidentale, le Costituzioni (specie quella americana), riduca le elezioni a banale ritualità, si opponga con ferocia all’unica vera minaccia (per loro) il referendum popolare, mantenga un simulacro di «tecnologia politica» per politici d’antan, politologi, ingenui cittadini. Un modello con le classiche valvole di sfogo delle organizzazioni moderne, da un lato l’ideologia finto buonista delle élite, dall’altro la chiassosa indignazione giovanile, abilmente «incanalata» in manifestazioni rockettare-hooligane (cortei, slogan, droghe, alcool, sesso stradale, occupy qualcosa). È in momenti tristi come questo che provo nostalgia dell’indimenticabile amico e maestro Hunter Thompson, e del suo «gonzo journalism». Lui avrebbe saputo cosa i giornali dovevano raccontare a protezione dei cittadini e della loro libertà.

Dopo essere stati fra i maggiori facilitatori della Grande Crisi, si sono assegnati il compito di gestire le modalità per uscirne, prima supportando il potere politico regolarmente eletto, poi introducendo una serie di enti sovranazionali, agenzie di valutazione, indici di ogni tipo, che hanno via via svuotato di potere i politici, «ricattandoli» intellettualmente.