Marò vergogna nazionale, colpa distrazione e incompetenza dei nostri governanti

Pubblicato il 10 Febbraio 2014 - 11:33 OLTRE 6 MESI FA
Marò veergogna nazionale, colpa distrazione e incompetenza dei nostri governanti

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: da due anni ostaggio degli indiani, i politici italiani se ne accorgono solo ora

La umiliazione che l’India infligge all’Italia sui marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, prigionieri da due anni perché facendo il loro dovere uccisero due pescatori che stavano abbordando una nave italiana, diventa beffa se si leggono le parole dei nostri massimi politici.

Ha detto Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica:

 “I nostri marò non erano in mare a pescare ma in missione internazionale di sicurezza”.

Lo ha detto il 5 febbraio 2014. Latorre e Girone sono ostaggio degli indiani dal febbraio del 2012. L’uscita di Napolitano ha svegliato gli altri.

Ha detto Enrico Letta:

“Inaccettabile accusa terrorismo ai marò”.

Lo ha detto il 10 febbraio, da un anno è Presidente del Consiglio, i marò sono prigionieri da due anni.

Ha detto Emma Bonino:

 “Non sono terroristi, è inaccettabile”.

Dicono anche che sia “furiosa con l’India”. Tutto questo il 9 febbraio del 2014. Da un anno Emma Bonino è ministro degli Esteri: si è occupata della moglie di un ricercato del Kazakhstan, dei diritti dei diplomatici gay, ora scopre i due marò, forse perché qualcuno le ha detto che il disonore di cui è stata coperta l’Italia non è di destra né di sinistra è solo disonore per tutti noi.

Anche il ministro della  Difesa, Mario Mauro, si è alzato dalla poltrona e è andato a New Delhi, finalmente, un anno dopo essere diventato ministro e due anni dopo la cattura dei nosytri due militari.

Nel frattempo la vicenda è stata lasciata in mano a un ministro degli esteri come Giulio Terzi, il cui principale titolo fu che venne imposto nel Governo Monti in quota Gianfranco Fini ma che gestì il caso marò in un modo che ancor ci offende.

E lasciata in mano, anche dopo la caduta del Governo Monti, a un ineffabile mediatore, Staffan De Mistura, che sommò, al totale abbandono da parte del Governo, quello di Enrico Letta come quello di Mario Monti, una evidente scarsa attrezzatura a combattere con i discendenti di quei thug contro i quali Emilio Salgari schierò lottatori del calibro di Sandokan e Tremal Naik.

Staffan De Mistura esordì con una frase storica:

“Siamo un team”

per concludere qualche giorno fa con un ruggito:

 “L’India ha capito che la pazienza dell’Italia è finita”.

Per mesi siamo andati avanti a implorare che i due militari italiani non venissero condannati a morte. Ora che dovremmo essere felici perché ai due marò potrebbero dare solo 10 anni per avere fatto il loro dovere, che era quello di proteggere una nave italiana dai pirati, i nostri governanti scoprono che è una indecenza e si svegliano.