Nomine Rai, manuale Cencelli: Berlinguer vs Bignardi, Ida Colucci al Tg2, Orfeo resta al Tg1, Morgante al Tgr

di Sergio Carli
Pubblicato il 2 Agosto 2016 - 12:16 OLTRE 6 MESI FA
Nomine Rai, manuale Cencelli: Berlinguer vs Bignardi, Ida Colucci al Tg2, Orfeo resta al Tg1, Morgante al Tgr. Nella foto: Bianca Berlinguer.

Nomine Rai, manuale Cencelli: Berlinguer vs Bignardi, Ida Colucci al Tg2, Orfeo resta al Tg1, Morgante al Tgr. Nella foto: Bianca Berlinguer.

ROMA – La Rai-Renzi di Antonio Campo Dall’Orto non ha niente del #cambiaverso: le nomine dei direttori dei telegiornali seguono piuttosto il vecchio manuale Cencelli, che sarà meno spendibile su twitter o con gli elettori, ma in viale Mazzini funziona sempre, anche e soprattutto quando ci viene detto che sta cambiando tutto.

Partiamo dall’house organ del Pci-Pds-Ds-Pd: il Tg3 che ora è diretto da Bianca Berlinguer, un cognome che è nella storia del maggiore partito di sinistra italiano. Forse troppo in quella storia. Si cerca quindi non un nome “nuovo”, non si vuole rivoluzionare niente né tantomeno “cambiare verso”: si sta guardando piuttosto a una persona più affidabile, con un profilo di provata renzianità.

Bocciato dal Consiglio d’amministrazione Rai il nome di Maurizio Mannoni, che dagli anni 90 scalpitava per un ruolo di primo piano, si sta ripiegando su una soluzione interna, un nome meno noto e meno “divisivo” di quello di Mannoni: Luca Mazza. Spiega Mario Ajello sul Messaggero:

Luca Mazza, il quale già stava in quel giornale – caporedattore dell’economia – per poi, causa contrasti proprio con la Berlinguer, passare a Rai Sport. Ha fatto anche il vice-direttore di Rai3, con Andrea Vianello direttore, e ora il vice a RaiParlamento.

Campo Dall’Orto sembra non abbia ancora trovato un accordo con Bianca Berlinguer, che vorrebbe condurre una striscia quotidiana, un programma che va in onda ogni giorno intorno alla mezzanotte. Si tratta di una fascia oraria destinata a un pubblico di nicchia ma molto ambito: è l’establishment che, tornando a casa da cene e vernissage, accende la tv per sentirsi le ultime sulla politica nazionale.

Essendo non più una questione di Tg ma di Rete, sulla richiesta della Berlinguer si è abbattuto il veto del direttore di Raitre Daria Bignardi, che preferirebbe lasciare all’attuale direttrice del Tg3 la fascia delle 20, un orario in cui sintonizzato alla tv c’è il “popolo”: destinatario meno ambito dell’informazione politica, in tv come sui giornali.

Al Tg2, sempre rispettando il manuale Cencelli, l’attuale direttore Marcello Masi di area Udc verrà sostituito con l’iper-berlusconiana Ida Colucci (ora è vicedirettrice). Un nome che va bene a Forza Italia come a Palazzo Chigi. Commento di Carlo Freccero, che è nel Cda Rai:

«Marcello Masi ormai lo chiamo Agnello Masi. È stato l’agnello sacrificale in queste nomine. E neppure gli hanno detto che lo mandano via. Un brutto segno di maleducazione da parte dei vertici della nostra azienda».

Alla testata regionale (Tgr), verrà invece confermato Vincenzo Morgante, vicino a Renato Schifani che, da quando si è allontanato da Angelino Alfano, ha fatto salire le sue quotazioni sul mercato in quanto decisivo per la tenuta del governo al Senato.

A RaiParlamento andrà come direttrice Nicoletta Manzione, attualmente al Tg1 da Berlino.

Mario Orfeo resta invece direttore del Tg1: anche se viene da destra sa farsi piacere anche a sinistra, e poi gli ascolti lo premiano, cosa che lo rende ancora più inattaccabile.