Nomine Ue, Mogherini resta candidata. Ripartono i ‘rumors’

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Agosto 2014 - 07:45 OLTRE 6 MESI FA
Nomine Ue, settimana cruciale. Ripartono i 'rumors'

Nomine Ue, settimana cruciale. Ripartono i ‘rumors’ (foto Ansa)

ROMA – La partita entrerà nel vivo a partire da lunedì prossimo (25 agosto), quando tutti, tra sherpa, consiglieri e membri di gabinetto, rientreranno ufficialmente a Bruxelles dalla pausa estiva. Obiettivo, andare verso il ‘rush finale’ del vertice Ue di sabato 30 sulle nomine per i ‘top job’ europei tenendo il più possibile un basso profilo, per avere più margini di manovra e una minore pressione mediatica. Ma quest’ultima, dopo due settimane di relativa calma, sta ricominciando a salire.

A rompere la ‘tregua’, il quotidiano Die Welt, che propone il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier al posto di Mr Pesc in netta contrapposizione alla candidata di punta Federica Mogherini. “Per favore non un’altra Ashton”, titola il giornale, secondo cui la titolare della Farnesina “esperienza e statura internazionale non ne ha” e “la maggior parte dei capi di governo, inclusa la cancelliera, ha mal di pancia per la nomina”. Steinmeier, scrive Die Welt, possiede competenza, istinto politico, sensibilità diplomatica e credibilità, ma la sua nomina – ammette – è irrealistica perché a prevalere sarà il “bazar di Bruxelles”.

La matassa si è infatti ulteriormente complicata, perché rispetto a fine giugno, quando c’era un’unica candidata ufficiale per la successione a lady Ashton ed era la Mogherini, ora se ne sono aggiunti altri due: il polacco Radoslaw Sikorski e la bulgara Kristalina Georgieva. Il nodo da sciogliere è quanto queste candidature siano piuttosto ‘tattiche’ o reali. E da queste dipende anche il tassello del successore di Van Rompuy alla presidenza del Consiglio europeo.

La nomina di Sikorski, ministro degli esteri polacco uscito screditato da uno scandalo, da molti è vista più come una moneta di scambio per ottenere per il premier Tusk il posto di Van Rompuy. La Georgieva, sostenuta dal nuovo presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, svolgerebbe invece un ruolo politicamente strategico per ‘rassicurare’ i paesi dell’Est che, con l’aggravarsi della crisi russo-ucraina, guadagnano voce in capitolo. Per l’Italia, invece, ha più volte ribadito il premier Renzi, non sembra esserci un ‘piano b’ alla Mogherini.

E solo in base a come verrà sciolto il nodo Mr/Lady Pesc, Juncker potrà compilare le caselle dei commissari. Appena un paio di “variabili”, ha spiegato il suo capogabinetto Martin Selmayr, e ne escono “molti risultati diversi” per il futuro esecutivo Ue, per cui l’ex premier lussemburghese sta in ogni caso ripensando la struttura e la composizione dei portafogli.