Parata 2 giugno vittima del coronavirus. Solo Mattarella e Frecce Tricolori

di Sergio Carli
Pubblicato il 15 Maggio 2020 - 16:17 OLTRE 6 MESI FA
Parata 2 giugno vittima del coronavirus. Solo Mattarella e Fiamme Tricolori

Parata 2 giugno vittima del coronavirus. Solo Mattarella e Fiamme Tricolori (foto ANSA)

Parata del 2 giugno. Ecco un’altra vittima del coronavirus. Non si farà, sembra certo. Anche se viene trattata con tanti sembra che sembra, appunto, un segreto militare.

Secondo i giornali che ne hanno parlato, ad esempio Messaggero e Repubblica, non ci sarà la sfilata delle truppe e dei carri armati. Voleranno in alto e ben distanziati sul cielo di Roma gli aerei delle Frecce tricolori. A terra, pochi intimi all’Altare della Patria.

Una cerimonia semplice, in linea con il tragico momento. Una sobrietà coerente con lo spirito di una Repubblica che ha ripudiato la guerra.

Attenti, però, a esaltarvi troppo. Non esagerate col pacifismo. Dieci anni fa c’erano state laceranti polemiche perché la parata costava troppo. Così avevano tagliato di metà il numero dei militari in sfilata, a 2.500.

Pensate ai poveri, sosteneva Nichi Vendola. Sette anni dopo, i poveri ci sono ancora, Sel non esiste più e di Vendola si sa ben poco.

E poi, dobbiamo riconoscerlo, quando vedevi quelle parate a Mosca, era emozionante.

Ma i sovietici avevano qualche ragione per celebrare. A Leningrado, a Stalingrado, avevano respinto l’aggressione, avevano piegato la potenza militare germanica.

I militari italiani, al di là della retorica, hanno poco da celebrare. Non solo nell’ultima guerra, ma anche prima, hanno vinto ben poco. Resta, malvolentieri  ricordata perché da lì un po’ nacque il fascismo, la grande vittoria di popolo sul Piave.

Ma quest’anno anche i russi hanno preferito rimandare le celebrazioni. A malincuore, perché era il 75.mo anniversario. Ma col ministro della Difesa malato anche lui di coronavirus, come faceva Putin a andare avanti?

Si è limitato, lui solo senza gerarchi, a ispezionare un picchetto e a mettere garofani rossi sulle tombe del milite ignoto e di Lenin. Sul cielo di Mosca volavano squadriglie di elicotteri da combattimento e di jet.

Anche a Londra, hanno rimandato. Avevano la regina in quarantena, Boris Johnson appena uscito dall’ospedale e anche il principe Carlo guarito da settimane. Gli inglesi si sono consolati ubriacandosi in stile.

A Roma, all’Altare della Patria in piazza Venezia, si dice che ci saranno. il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, uno scelto manipolo di generali e ammiragli.

Probabilmente e auspicabilmente, anche la seconda e la terza carica dello Stato. Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato. Roberto Fico, presidente della Camera.

Se lo sono meritati il posto al sole, applaudendo convinti alla sfilata dello scorso anno. In mezzo a loro, Mattarella guardava impassibile.

Giusto il video della diretta del Tg1 può offrire consolazione con le immagini del 2019.

Ovviamente non ci sarà nemmeno la tribuna delle autorità. Poco male, per quei 60 milioni che siamo esclusi da tal privilegio.

D’altra parte, per rispettare le distanze da stadio o ristorante, la tribuna, a parità di Vip, sarebbe dovuta essere estesa dal Colosseo a Castel Sant’Angelo.

E come impostare una sfilata decente obbedendo alle regole del distanziometro dell’Inail e dei tecnici di Conte, che Dio ci scampi?

Distanza di uno o due metri nella fila? Distanza di uno o due metri fra le file? E i carri armati? Come osservare i parametri nell’abitacolo?

Incidentalmente: come fanno sulle navi della Marina Militare? Pensate ai sommergibili.