Pensioni d’oro, rabbia dei pensionati: a rischio due milioni di voti della Lega

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Dicembre 2018 - 13:49| Aggiornato il 5 Dicembre 2018 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni d'oro. Taglio Di Maio per le minime? No, per congelare due milioni di voti a Salvini

Pensioni d’oro. Taglio Di Maio per le minime? No, per congelare due milioni di voti a Salvini

ROMA – Un emendamento alla manovra che rechi l’insegna “Fondo risparmio sui trattamenti pensionistici elevati” non è ancora stato presentato, il taglio alle cosiddette pensioni d’oro cioè non è compreso tra le 54 proposte di modifica alla legge di bilancio annunciate dal governo e dai relatori. Ma la misura simbolo e slogan dei 5 Stelle, taglio tra il 10 e il 20% per le pensioni sopra i 4500 euro netti al mese, è solo ferma in rampa di lancio, con il capo politico Di Maio che si è spinto a sfruttare l’idea delle opere d’arte che si autodistruggono di Bansky per ribadire il messaggio: “Abbiamo fatto un capolavoro. Tagliamo le pensioni d’oro e aumentiamo le minime” (Instagram, 5 ottobre 2018).

Che la misura sia pronta lo prova indirettamente il modo con cui i pensionati si preparano a reagire, in testa il Forum Pensionati, associazione che raccoglie 14 sigle per circa 640mila aderenti: reazione dura con programma intenso di manifestazioni contro un governo che realizza il capolavoro di dare del “parassita” a chi riceve una pensione alta pagata interamente con i suoi contributi. 

La risposta del Forum, segnala Giuseppe Pennisi sul sito de Le Formiche, è un bel problema per la Lega di Salvini (che infatti ha finora tenuto il provvedimento fuori dalla manovra): a occhio sono un paio di milioni di voti a rischio, perché è al nord che si concentrano i pensionati nel mirino dei 5 Stelle. Che ne facevano una questione di principio, ora ne fanno una questione di sopravvivenza politica, o perlomeno di arginamento dell’alleato/concorrente.

“Perché allora il ministro del Lavoro si accanisce tanto pur sapendo che probabilmente la Corte Costituzionale annullerà, tra un paio di anni, il provvedimento e lo Stato sarà costretto a rimborsare quanto detratto dai trattamenti? L’obiettivo è di breve periodo e puramente elettorale: portare via voti alla Lega, che nei sondaggi supera di molto il M5S, alle prossime elezioni europee. Non che Luigi Di Maio speri che tali voti andrebbero al M5S; a lui ed al Movimento non interessa a chi andrebbero, sempre che non vadano a quella Lega con cui c’è un contratto non un’alleanza”.

Insieme alla “testuggine” dei pensionati, anche i dirigenti d’azienda, di solito piuttosto restii a posizioni barricadere o peggio a scendere in piazza: “Con le principali associazioni di rappresentanza abbiamo inviato una lettera al premier Conte. In attesa di essere ricevuti – dichiara il presidente della Confederazione italiana dirigenti ed alte professionalità (Cida), Giorgio Ambrogioni – ci appelliamo alle due forze di governo. Alla Lega, affinché ritiri la misura che colpirà la sua base elettorale, considerando che gran parte dei dirigenti è del Centro-Nord. Ai 5Stelle diciamo che è sbagliato colpire i ceti professionali che non sono la casta ma rappresentano l’ossatura del Paese”.

Premesso che “non si tratta di pensioni d’oro, essendo interamente coperte da contributi”, “il taglio delle pensioni medio-alte è privo di motivazioni di interesse pubblico ed è incostituzionale, viola i limiti fissati dalla Consulta di eccezionalità, proporzionalità e transitorietà”, continua Ambrogioni. “Reiterare il contributo di solidarietà due anni dopo la fine del precedente contributo rappresenta una violazione dei principi sopra esposti, contro la quale siamo pronti a presentare ricorsi”.