Petrolio? Non c’è solo quello dietro la guerra Italia-Francia: Stx e la sindrome cinese

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Agosto 2017 - 14:26 OLTRE 6 MESI FA
Petrolio? Non c'è solo quello dietro la guerra Italia-Francia: Stx e la sindrome cinese

Petrolio? Non c’è solo quello dietro la guerra Italia-Francia: Stx e la sindrome cinese

ROMA – Da Cronaca Oggi, Notizie da Italia e mondo scelte da Marco Benedetto. 

Stx, la sindrome cinese. Non c’è solo petrolio dietro la guerra Italia-Francia. I francesi ci odiano, da sempre. Ma c’è di più, non si fidano di noi, con qualche ragione. I francesi hanno scatenato la guerra nel 2011 per rubarci i pozzi in Libia, togliendoli all’ Eni per darli a Total. Non ci sono riusciti e hanno lasciato la Libia nel caos. Peggio: hanno spalancato le porte al traffico di carne umana che, complici il buonismo di alcuni di pseudo sinistra e i bassi interessi sul business accoglienze di cooperative e preti, ha rovesciato sull’ Italia lo tzunami profughi.

Diffidenze antiche e rancori secolari pesano sulle vicende di oggi. Infatti il tanto sbandierato vertice a Roma. Marco Conti sul Messaggero:

“L’incontro a tre di [mercoledì] pomeriggio tra il ministro francese [ dell’Economia Bruno Le Maire] e i colleghi italiani Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda […] si è concluso dopo nemmeno mezz’ora con un prevedibile e previsto nulla di fatto. Tutto rinviato a settembre.

Leggete l’intervista di Bruno Le Maire al Corriere della Sera e troverete la chiave della posizione francese: è determinata da una “preoccupazione” che

“riguarda le tecnologie di punta. Non abbiamo sufficienti garanzie sul rischio di trasferimento di queste tecnologie verso la Cina (dove Fincantieri ha importanti interessi, ndr), che segnerebbe la fine dei cantieri di Saint Nazaire. Vogliamo semplicemente maggiori garanzie”.

Per capire i francesi, fate mente locale sulla grande vendita di aziende italiane alla Cina. Ricordiamo che i cinesi hanno speso nel 2014 ben 2 miliardi, auspice l’allora presidente della Cdp, Franco Bassanini per entrare con una quota del 35% in Cdp Reti, che in pancia ha il 30% di Snam e di Terna, che sono, notava Carlo Turchetti sul Corriere della Sera,

“due tra le infrastrutture strategiche del Paese”. Oggi il cda di via Goito  darà via liber

Ultimo esempio, la “partnership strategica di lungo periodo tra Shanghai Electric ed Ansaldo Energia”, celebrata pochi mesi fa a Pechino dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Qualcosa deve essere successo a Parigi con l’arrivo di Emmanuel Macron al palazzo Eliseo. Prima c’era François Hollande, quello spiritosone cui piacevano tanto le donne da andare a trovare l’ultima amante di nascosto di notte in motorino. Devono aver detto a Macron: attento, Hollande voleva vendere agli italiani i cantieri navali in cui si costruiscono le navi da guerra. Ma gli italiani sono sempre più legati ai cinesi, stanno vendendo loro i pezzi migliori. Vero è che noi stiamo mettendo le mani sulla loro rete telefonica nazionale e internazionale, incluso il cavo che collega Israele, ma che vuol dire? Noi siamo Europa, la Cina è il nemico del futuro. Vogliamo vendergli, a prezzi di quote di minoranza, i nostri segreti militari? Tenete conto che nel progetto francese c’è anche di sottoporre la produzione di navi da guerra direttamente sotto il controllo del Ministero della Difesa. Così è già per i sottomarini.