Premio Nobel per la Pace: dieci anni di carcere e il pentimento qualificano

Pubblicato il 23 Dicembre 2013 - 07:49 OLTRE 6 MESI FA
Premio Nobel per la Pace: dieci anni di carcere e il pentimento qualificano

Mikhail Khodorkovski merita il Premio Nobel? (Foto LaPresse)

Premio Nobel per la pace per Mikhail Khodorkovskij, l’ex oligarca russo liberato da Putin dopo anni di carcere in Siberia: la proposta è stata lanciata dallo scrittore russo Viktor Erofeev e rilanciata in Italia da Repubblica.

Sullle prime uno pensa che sia uno scherzo, poi legge fino in fondo e scopre che Erofeev, intellettuale ben introdotto a cavallo fra Russia e Francia e figlio abilmente riciclato della grande Urss di Stalin (il padre fu traduttore del ministro degli Esteri Molotov), lo dice sl serio e in ogni caso il titolo della traduzione italiana non ha un grammo di ironia:

“Ha vissuto un martirio, adesso merita il Nobel”.

Questo il ragionamento di Erofeev:

Putin gli ha concesso la grazia ora che egli ha ormai scontato il 94% della pena detentiva. [Per anni Khodorkovskij ha rappresentato per Putin una grave minaccia]. Giravano molte voci sui suoi ambigui affari nel gioco d’azzardo a San Pietroburgo, quando egli lavorava con il sindaco Sobchak. C’erano poi le tristemente famose esplosioni di palazzi avvenute a Mosca nel 2000. Se Khodorkovskij fosse diventato presidente, avrebbe potuto scavare e riportare alla luce moltissimi particolari scomodi per Putin. Basti ricordare la tragica sorte di Litvinenko, che aveva deciso appunto di scavare in queste faccende. Khodorkovskij se la cavò con un clamoroso processo esemplare, con la disfatta dei suoi alleati, lo smantellamento della società Yukos, la pena in un lager nei pressi della lontanissima Chita, in Siberia.

 

“Sono passati dieci anni. Khodorkovskij ha sopportato con coraggio questi tormenti. Il suo volto ora è illuminato dalla luce, così rara ai giorni nostri, del martirio. È dimagrito e, a quanto pare, è diventato più buono. Ha intrattenuto una corrispondenza con alcuni rappresentanti della nostra intellighenzia”.

Conclusione:

“Khodorkovskij merita il premio Nobel per la pace. Non sarei sorpreso se lo vincesse. In ogni caso, propongo la sua candidatura a questo riconoscimento”.

Nessun accenno alle colpe di  Khodorkovskij, dice solo che, prima di finire in carcere,

“Khodorkovskij era un uomo assai altezzoso” che “si comportava come un giovane miliardario tracotante. Era chiaro che non avrebbe potuto salvarsi nel mondo della politica russa e che sarebbe caduto in qualche trappola”.

 Khodorkovskij  oligarca,  Khodorkovskij parte di quel sistema di giovani rampanti che alla caduta dell’impero sovietico letteralmente rubarono un pezzo di Stato, tutto questo non rileva.

Certo, la storia di  Khodorkovskij è molto lontana, nel tempo e nello spazio, da noi italiani di oggi. Ma che sia stata pubblicata sulla prima pagina del primo quotidiano italiano, Repubblica, la proposta del premio Nobel è indice della confusione che regna nelle nostre teste, nell’Italia di Napolitano, Cancellieri, Renzi e, sempre ahinoi, di Berlusconi.

Perché allora non proporre, estraendo a sorte, uno dei tanti che in Italia hanno subito anni di carcere senza colpa? Ogni Paese potrebbe contribuire con un suo elenco. Ormai il Premio Nobel è come la carica di senatore a vita…