Referendum: l’ambasciatore Usa ha fatto un favore ai NO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Settembre 2016 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Referendum: l'ambasciatore Usa ha fatto un favore ai NO

Referendum: l’ambasciatore Usa ha fatto un favore ai NO

ROMA – Referendum: l’ambasciatore Usa ha fatto un favore ai NO. Per chi ci prendono gli americani? L’accorata domanda di Pierluigi Bersani, idealmente rivolta all’ambasciatore Usa sponsor inatteso e non richiesto del Sì al referendum costituzionale, una risposta ce l’ha. Basta scorrere il resto dell’intervento di John Phillips per capire per chi ci prendono: una nazione con governi afflitti da cronica instabilità, 63 esecutivi in 63 anni, in cui è difficile fare investimenti.

A torto o ragione, i soldi sono i loro ed è difficile convincerli a spenderli in Italia senza riforme che offrano maggiore stabilità politica, la garanzia irrinunciabile per attrarre capitali stranieri. Mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è limitato a un pressoché ovvio accenno alla sovranità nazionale che appartiene solo ai cittadini italiani, dal campo del NO, avverso per principio o per opportunismo politico al SI’ di governo, si è preferito riesumare un anti-americanismo caricaturale, ergendosi a vittime dell’eterno imperialismo a stelle e strisce.

Salvo dimenticare il recente endorsement di Barack Obama (non un uomo d’affari gratificato con una nomina di ambasciatore nelle capitali d’Europa per il sostegno in campagna elettorale) contro la Brexit. Si sa come andò: insulti e grazie equamente ripartiti nella classe politica secondo la convenienza di parte, indifferenza nei seggi dove i cittadini arrabbiati hanno votato comunque contro l’odiato establishment.

Secondo Roger Cohen, apprezzato editorialista del New York Times consultato dal Corriere della Sera, proprio la pur giusta, condivisibile ingerenza obamiana ha servito purtroppo la causa sbagliata. Una scelta “avventata”, a posteriori. Un boomerang.

“Sappiamo com’è finita. Questo a mio avviso dimostra che anche la parola del presidente americano non abbia molta presa in Europa in questa fase. C’è in giro molta rabbia e frustrazione a causa della crisi economica, dell’ondata dei rifugiati. Per questo penso sia meglio evitare per un Paese straniero prendere posizione su temi così controversi. È rischioso. Le dichiarazioni dell’ambasciatore Phillips potrebbero rivelarsi controproducenti. La logica dei sostenitori della Brexit è stata distruzione a ogni costo. Forse è vero che in Italia la rabbia è meno acuta, ma questo tipo di interventi rimangono un rischio”. (Intervista di Paolo Valentino sul Corriere della Sera)