Lucciole si “comprano” pezzo di Roma… con buona pace di Alemanno e Berlusconi

Pubblicato il 16 Maggio 2012 - 09:18 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Silvio Berlusconi e Gianni Alemanno hanno una grana da affrontare e un problema che hanno tentato di risolvere ma gli si è ritorto contro: la lotta alla prostituzione. Entrambi, per demagogia, hanno intrapreso una vera e propria crociata contro le prostitute: l’uno ha poi pianto sulle sue azioni e rischia la galera per una legge che ha prodotto lui stesso; l’altro dopo tante norme anti-tutto si ritrova comunque con parti di città in mano agli sfruttatori della prostituzione. Segno che, in entrambi i casi, si trattava di spot, di azioni per affascinare l’elettorato.

Berlusconi ha dato retta ai suoi, si è fatto convincere e ha varato, lui e il suo governo, una legge che istituiva il reato di prostituzione minorile. Oggi, per sua stessa mano colpito, rischia di andare in galera davvero per la storia del bunga bunga per quella legge varata sull’onda dello scandalo Noemi Letizia. Una legge che commina da sei mesi a tre anni di detenzione e una multa da 5164 euro a chiunque pratichi sesso a pagamento con un minore dai 14 ai 18 anni. In caso di condanna, le misure alternative alla detenzione sono concesse solo a chi “collabora con la giustizia”, cioè in sostanza ammette e confessa.

Per quanto riguarda Alemanno, invece, il sindaco di Roma ha sconfitto Rutelli alle elezioni capitoline cavalcando soprattutto l’onda della paura per lo straniero, per i malviventi, per le prostitute. Poco dopo la sua investitura ha iniziato una vera e propria lotta contro il mondo delle prostitute con ordinanze sempre più restrittive, dalle multe al divieto di minigonne di notte fino alle ronde con la moto. E adesso? Si ritrova con intere zone di Roma in mano alla criminalità organizzata che fa dello sfruttamento di ragazze prevalentemente dell’Est europeo il suo maggiore traffico. A testimoniarlo sono varie notizie di cronaca che affollano ogni giorno i giornali locali e nazionali. Ultimo esempio la scoperta che, ad esempio, un pezzo cospicuo della via Aurelia nel tratto che attraversa Roma è “proprietà” di una banda che lo ha “comprato” per 10mila euro e lo affitta a sfruttatori e prostitute. Sfruttatori che hanno addirittura messo in palio le ragazze come fossero premi e le hanno marchiate a fuoco così che fosse chiaro a chi “appartengono”.