Salva-banche killer. Ma quanto valevano prima obbligazioni?

di Lucio Fero
Pubblicato il 30 Dicembre 2015 - 10:26 OLTRE 6 MESI FA
Salva-banche killer...E se governo non avesse fatto decreto?

Salva-banche killer…E se governo non avesse fatto decreto?

Una domanda, una semplice domanda per tutti coloro (sono ormai marea) che pensano, credono, orecchiano, urlano, protestano, condannano, criticano, mugugnano, sospettano che il governo abbia tirato una fregatura a coloro che avevano comprato azioni e obbligazioni delle quattro banche, Etruria, CariFe, Carichieti, Marche. La domanda è: prima del decreto detto Salva Banche (e “ammazza risparmiatori” secondo dizione di Matteo Salvini) quanto valevano le azioni e le obbligazioni in mano appunto a chi le aveva comprate?

Già, adesso, dopo il Salva-banche valgono zero le azioni e le obbligazioni subordinate, cioè quelle che contenevano il rischio di non restituire il capitale in caso di crack della banca stessa. Ora valgono zero o pochissimo di più di zero o per pochi qualcosa di più di zero, per quelli che in parte verranno risarciti se hanno comprato per meno di centomila euro, mettendone più della metà in obbligazioni e potendo dimostrare una qualche forma di raggiro per fargliele comprare.

Ma prima, prima del Salva-banche detto killer di azioni e obbligazioni subordinate quanto valevano azioni e obbligazioni subordinate? Quanto valevano davvero? Rispondere prego…Qualche silenzio…Qualche se e molti ma…Valevano zero, questa è la realtà. Valevano zero perché erano invendibili sul mercato. Il loro valore nominale era assolutamente astratto e teorico. Quelle azioni e obbligazioni non le vendevi a nessuno e nessuno se le comprava.

Quindi, se il governo non avesse fatto nulla chi aveva azioni e obbligazioni delle quattro banche sarebbe rimasto con uno zero in mano. A meno che…A meno che qualcuno non avesse comprato quelle azioni e obbligazioni dal valore zero. E chi questo qualcuno? Ma che domanda: lo Stato! In Italia le crisi bancarie sono sempre state risolte a spese dello Stato, della collettività. I risparmiatori e investitori delle quattro banche questo si aspettavano: i soldi pubblici. E questo si aspettano: i soldi pubblici. Se nessuno compra azioni e obbligazioni che non valgono nulla li compri il vicino di casa con una porzione minima delle sue tasse. Questo reclamano in coro associazioni consumatori, M5S, Forza Italia, Lega Nord e gran parte della pubblica opinione: che lo Stato si compri con i soldi pubblici quello che in mano privata non vale nulla.

Quanto valevano azioni e obbligazioni delle quattro banche prima del Salva-Banche? Zero, valevano zero. E oggi zero valgono. Il danno andrebbe così calcolato da più o meno zero a più o meno zero. “Avevo ottantamila euro in obbligazioni…” si legge sui cartelli e si sente nelle interviste di chi protesta e rivuole indietro i “soldi suoi”. Non è vero, gli ottantamila da tempo non li aveva più, le obbligazioni non avevano mercato e quindi valore.

Il danno di disperazione, sopravvenuta indigenza quando ci sia, smarrimento psicologico, ristoro da eventuale truffa, questo è il danno. E di questo danno la collettività può e deve farsi carico. Ma chi dice “rivoglio indietro tutti i miei soldi” dice una cosa non vera. I suoi soldi erano in fumo prima dell’intervento del governo, prima di ogni azione pubblica. Rivuole quindi una quota di soldi pubblici pari a quella che a lui personalmente era andata in fumo. E questo non è un diritto, anzi è una prepotenza.