San Francesco e il Sultano: dialogo o sfida all’Islam? Fake-news del ‘200 e rivisitazioni posticce

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Ottobre 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
san francesco-sultano

San Francesco e il Sultano (nella foto l’affresco ad Assisi): dialogo o sfida all’Islam?

ROMA – San Francesco e il Sultano: dialogo o sfida all’Islam? Fake-news del ‘200 e rivisitazioni posticce. “Francesco ci insegna che con il dialogo si vincono le sfide del presente e del futuro”. E’ il messaggio chiave dell’intervento del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, alle celebrazioni in onore del patrono d’Italia ad Assisi. Gentiloni, ricordando il viaggio del Santo in Oriente, quando durante le crociate volle incontrare il Sultano, ribadisce come quel gesto sia di “un’attualità prorompente”. “Il Sultano era il nemico, il diverso, l’altro da se. E Francesco c’insegnò che solo con il dialogo, costruendo ponti, si batte il muro dell’intolleranza, dell’incomprensione”.

Anche il presidente del Consiglio, in perfetta consonanza con la Chiesa ufficiale impegnata nelle celebrazioni dello storico incontro, non si sottrae alla tentazione di arruolare il poverello di Assisi tra i precursori del dialogo fra diversi e della tolleranza religiosa. Tirandolo un po’ per la tonaca in effetti. Non sono da meno politici dell’altra sponda, come la delegazione della regione Liguria, centrodestra, Toti in testa, presentatasi ad Assisi con 500 litri di olio votivo.

Gli storici, tuttavia, attribuiscono all’evento un significato molto meno enfatico, piuttosto fu un mezzo fallimento. In perfetta consonanza, stavolta, con la ricostruzione di Dante che nel Paradiso, riferendo della vita del Santo, liquida il viaggio come inutile, troppo “acerba” essendo la disposizione a convertirsi dei locali.

Ma la tentazione di piegare la storia per fini politici immediati è troppo allettante. Anche per gli inorriditi tradizionalisti cattolici che Francesco, quello di adesso,  lo processerebbero volentieri per eresia, vista la tendenza, dicono, a calar le braghe della dottrina di fronte a laici, omosessuali e musulmani. Allora torna buono l’incontro di Francesco, il Santo stavolta, con il Sultano, come lo tramanda la Legenda maior, affrescato peraltro nel ciclo giottesco della Basilica superiore di Assisi.

La “prova del fuoco”, narra la leggenda, consisteva nell’offerta del frate di buttarsi dentro una pira accesa di fronte al Sultano al-Malik al-Kamil: se fosse morto bruciato sarebbe stato per i suoi peccati, se Dio lo avesse risparmiato il Sultano si sarebbe dovuto convertire abbandonando la legge di Maometto.

L’incontro tra Francesco D’Assisi e al Malik al Kamil non viene risparmiato dalle guerricciole pseudo-dottrinali tra circoletti clericali che funestano l’attuale stagione ecclesiale. Così, per reagire agli entusiasti che esaltano la cortesia del dialogo intercorso tra i due, e per denunciare le manipolazioni che trasformerebbero l’Alter Christus d’Assisi in un frate debosciato e vigliacco, antesignano patetico del relativismo religioso, i circuiti e i blog del neo-rigorismo identitario fanno circolare una “versione politicamente scorretta” della cronaca di quell’incontro, attribuedola a Fra Illuminato. In tale report, spesso indicato come proveniente da non meglio specificate “fonti francescane”, San Francesco compare come un predicatore che va apposta in Egitto per “sfidare” il Sultano con le verità su Dio uno e trino e su Gesù Cristo Salvatore di tutti. (Gianni Valente, La Stampa)