Svalutare euro su dollaro. Scalfari legge Draghi: misure straordinarie? eccole

di Sergio Carli
Pubblicato il 25 Agosto 2014 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA
Svalutare euro su dollaro. Scalfari legge Draghi: deflazione,  per uscirne...

Mario Draghi. Se volete ridare fiato all’Europa, euro vs dollaro deve calare

ROMA – Lo strumento numero uno cui Mario Draghi, presidente della Bce, mira per combattere la deflazione che affligge l’Europa,

“è il tasso di cambio dollaro- euro, di cui ha lungamente discusso con la presidente della Federal Reserve americana”,

secondo Eugenio Scalfari su Repubblica. Detta brutalmente: bisogna svalutare l’euro rispetto al dollaro, per ridare competitività alle esportazioni europee. Mario Draghi non lo farà con la rapidità e la brutalità cui gli italiani erano abituati ai tempi della lira; lo farà in modi sofisticati, raffinati, con eleganza quasi.

Ma per la prima volta qualcuno dice apertamente che il principale problema di cui soffre l’Europa è il paradosso di un sistema più scassato almeno in apparenza di quello americano cui corrisponde un apprezzamento della valuta superiore del 40% rispetto alla valuta americana.

Dato che la svalutazione era diventata, nell’armamentario propagandistico di destra e sinistra una turpe parola, ci vanno tutti cauti ma il concetto espresso da Mario Draghi e rilanciato da Eugenio Scalfari suona come una campana a Pasqua.

L’euro, ricorda Scalfari,

“fino a poche settimane fa quotava 1,40 dollari con punte fino a 1,45. Da qualche giorno è gradualmente disceso a 1,32, quindi un risultato positivo sebbene la Fed americana non sia disposta per ora a collaborare.

La Fed dovrebbe aumentare il tasso d’interesse e dovrebbe diminuire l’acquisto di Bond del Tesoro Usa, ma aspetta d’esser sicura di una solida ripresa del lavoro e fino ad allora non si muoverà dalla politica attuale. Ci vorrà circa un anno, fino alla seconda metà del 2015.

E Draghi? Gli basta un cambio di 1,32 col dollaro, quindi una diminuzione di 8-10 punti? No, non può bastare. Non basta a rilanciare l’import-export dell’Europa verso l’area del dollaro. Il tasso di cambio ideale sarebbe 1,10 ma quello accettabile è intorno a 1,20 cioè un’altra diminuzione di 10-12 punti. Con quali strumenti può ottenere questo risultato con quella rapidità che provoca uno shock positivo nelle aspettative per quanto riguarda soprattutto l’esportazione europea?

È molto semplice: vendendo (sicuro non sia il contrario?) sul mercato dollari in quantità sufficiente a premere efficacemente sulle quotazioni. La vendita avrebbe un triplo risultato: svalutazione dell’euro, aumento dell’inflazione, investimenti causati dalle esportazioni, cioè da una accresciuta domanda estera.

Quanto al governo italiano, dovrebbe destinare almeno dieci miliardi alla diminuzione dell’Irap a favore delle imprese. Con quali risorse? Stornando la medesima cifra dal finanziamento dei famosi 80 euro i cui risultati di rilancio dei consumi non sono avvenuti; oppure tassando i ricchi il cui reddito sia da 130mila euro in su”.

[Qui Scalfari va un po’ fuori del seminato. Pensare che uno sia ricco perché ha un reddito annuo lordo di 130 mila euro, che vuole dire 80 mila dopo le tasse fa un po’ a pugni con il concetto di ricchezza, a meno che il parametro non sia la soglia dei descamisados dei mille euro che tanto piace a Matteo Renzi, a Beppe Grillo e a Papa Francesco.

“La cattiva distribuzione del reddito è una delle cause più importanti delle depressioni economiche. Possibile che, non dico Renzi — impegnato nelle secchiate d’acqua gelata anti-Sla — ma dico Padoan non si renda conto di quali sono le manovre da fare?”.

[La manovra da fare dovrebbe essere quella fatta da Vincenzo Visco quando era ministro delle Finanze, una ventina di anni fa: abbassare l’aliquota marginale dell’Irpef di 4 – 5 punti, cosa che stimolerebbe subito i consumi; tenere la Guardia di Finanza in caserma a studiare al computer dichiarazioni dei redditi, conti in banca e flussi delle multinazionali, invece che seminare il terrore nei porti, nelle strade del lusso e nelle località turistiche: i blitz di Mario Monti hanno ucciso letteralmente la nautica e il turismo in Italia, di cui la morte di Cortina è l’emblema e hanno fatto ricche le coste della Croazia, diventate sereno rifugio delle barche dei “ricchi”. La questione degli 80 euro non sembra tanto legata ai consumi, quanto costituire una mossa anti Beppe Grillo, operazione in cui Matteo Renzi sembra essere egregianente riuscito].

Eugenio Scalfari ha uno scatto di moralismo, che va poco d’accordo con il realismo e il pragmatismo che devono guidare le scelte di un capo:

“Un’osservazione voglio ancora aggiungere che riguarda l’inclusione che si farà in tutta Europa ma che è un vero e proprio shock per l’Italia, del reddito malavitoso nella contabilità nazionale. Contabilizzando il reddito che le varie mafie ricavano dalla droga, dagli appalti, dai bordelli, dalle sale da gioco, il Pil nazionale aumenterà di almeno 60 miliardi di euro. Non combattendo il formarsi di quel reddito ma contabilizzandolo. Ne avranno un vantaggio e ne saranno tutti contenti all’Istat, all’Eurostat, al Tesoro.

A me sembra una pura e semplice vergogna”.