Terremoto? No tende, niente paura, c’è la tensostruttura

Pubblicato il 17 Febbraio 2013 - 19:36| Aggiornato il 9 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

Al primo accenno di terremoto ecco che rimbalza una parola arcana, Tensostruttura: è la nuova parola per tenda, solo che è politically e forse anche un po’ socially correct. Un po’ come le signore di una volta che i piedi li chiamavano estremità. Sarebbe davvero modesto e quasi umiliante per uno sfollato rifugiarsi in una tenda, ma tensotruttura fa tutto un  altro effetto.

Informa l’agenzia di stampa Ansa (povero Sergio Lepri, come è scesa in basso l’ agenzia che una volta insegnava il buon italiano ai giornalisti di tutta Italia) che a Sora (Frosinone), dove in molti non hanno voluto dormire nel loro letto per paura del terremoto, sono state

“allestite strutture d’accoglienza”, esattamente ” due punti di accoglienza per i cittadini […]  dopo il sisma che ieri sera [volevano dire sabato, ma la Reuters non la leggono più] ha causato tanta paura, ma per fortuna lievi danni”.

Il linguaggio dell’Ansa è all’altezza della tensostruttura:

“L’unità di crisi istituita dal Comune ha provveduto ad aprire due tensostrutture”

in un campo di calcio.  Se si cerca su Google si scopre che tensostruttura è un importante neologismo: anche per matrimoni, feste, raduni, non si affittano più tende o tendoni, ma tensostrutture. Ci sono ditte specializzate che le affittano.

Anche il Teatro Tenda, prima o poi, finirà per chiamarsi così. Cosa avrebbe detto Vittorio Gassman, se avesse dovuto esibirsi non sotto la tenda da circo sotto la quale portava in giro per farli conoscere agli italiani del boom del ’60 Manzoni e Eschilo, Flaiano e Pirandello, ma sotto una tensostruttura