Vendola con Gesù sui ricchi. Su Monti “dolore delle viscere”, non del cervello

Pubblicato il 8 Gennaio 2013 - 15:21| Aggiornato il 11 Gennaio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Nichi Vendola (foto Lapresse)

ROMA – Ad ascoltare Vendola non ci si rimette mai, alla peggio ci si annoia un po’ ma qualcosa si impara sempre. Nell’ultimissima “orazione” (Vendola assume sempre più toni ieratici/ispirati) ha impartito giusta lezione a Pierferdinando Casini e a quanti (moltissimi) sono saltai come cavallette affamate sulle sue parole a riguardo dei ricchi. Vendola, a proposito di Depardieu che loda Putin come il più gran democratico per salvare la sua tasca dalle tasse di Hollande, aveva detto che i ricchi così vadano dove gli pare, anche “all’inferno”. Ed è subito diventato Vendola che vuole i ricchi, tutti i ricchi all’inferno. Bene, Vendola ha ricordato quella storia dello “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco varchi il regno dei cieli”. Sta scritto nei vangeli, attribuito a Gesù. Domanda giustamente Vendola: se dite a me che sono un ammazza ricchi, cosa dovreste dire a Gesù?

Si impara sempre qualcosa da Vendola, anche quando scandisce, sillaba: “Non ci si rende conto del dolore che il governo Monti ha inflitto alle viscere della società”. Non sbaglia una parola Vendola, le calibra e le indovina tutte, soprattutto quella che suona “viscere”. Sono appunto le “viscere” della società che hanno sofferto e soffrono gran dolore nell’andare in pensione non più a 59/60 o prima. Sono le “viscere” a urlare di dolore perché c’è una tassa sulla casa che c’è in tutta Europa. Sono le “viscere” addolorate perché si è detto, appena tentato, di spendere denaro pubblico senza la responsabilità di trovarlo. Sono le “viscere” che hanno sofferto all’idea, solo l’idea, di diminuire qualche garanzia dei lavoratori appunto garantiti per dare qualche opportunità ai lavoratori precari e giovani. Un gran mal di viscere ha diffuso in Italia l’ultimo anno di governo. Il dolore delle viscere, non del cervello.