L’Argentina ricorda Evita Peron a 60 anni dalla sua morte

Pubblicato il 26 Luglio 2012 - 14:39 OLTRE 6 MESI FA

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BUENOS AIRES – Sessanta anni fa si spegneva per una grave malattia Eva Peron, la moglie del presidente Juan. La donna, subito dopo la sua morte, entrava nel mito dell’Argentina con il diminutivo di Evita.

I giganteschi manifesti con il suo volto nel centro di Buenos Aires dimostrano quanto sia rimasta nel cuore degli argentini: di umili origini, ma capace di una clamorosa scalata sociale, Eva Peron, come tutti i grandi personaggi, suscita amore e odio, e continua ad affascinare, a decenni di distanza.”E’ un simbolo di tutti i movimenti che rappresentano le minoranze, che vogliono essere integrate e protestano contro le grandi imprese o gli interessi di settore” spiega Patricia Malanca, direttore del settore culturale del Comune di Buenos Aires. Molto prima dei movimenti femministi, Eva incarnava la voglia di emancipazione di donne e lavoratori, ma anche dei poveri senza voce: il successo politico del marito si deve a lei.

“Penso che questo rapporto molto forte con il popolo non si fosse mai visto prima: mai in un uomo politico e sicuramente mai con una donna” spiega l’attrice Roxana Randon. Evita ha ispirato e continua a ispirare opere teatrali, libri, statue e mostre. Qualcuno azzarda un accostamento con l’attuale presidente Cristina Kirchner. Ma parallelismi e paragoni finiscono davanti al corso della storia: l’Argentina oggi è un Paese democratico, con libere elezioni, dove le donne hanno spazio in politica. E dove non tutti, anzi, amano il populismo.