Arrigo Sacchi lascia la Figc: “Io battuto ancora una volta dallo stress” VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Luglio 2014 - 22:45| Aggiornato il 31 Luglio 2014 OLTRE 6 MESI FA
Arrigo Sacchi lascia la Fgic: battuto ancora una volta dallo stress

Arrigo Sacchi lascia la Fgic: battuto ancora una volta dallo stress

ROMA – Lo stress, l’ “avversario terribile” con cui fa i conti da 22 anni, ha vinto ancora. Arrigo Sacchi ha spiegato così la scelta di non rinnovare il rapporto con la Figc, dove era coordinatore tecnico delle nazionali giovanili. “Un male che sono riuscito a governare per 22-23 anni e che alla fine però sta vincendo”, confessa l’ex ct in questo video, che dopo 4 anni lascia l’incarico. Il mondo del calcio deve dirgli di nuovo addio. Sacchi ora farà il nonno a tempo pieno dedicandosi alla famiglia.

(Corriere Tv)

L’ansia, è un nemico che ha teso diversi agguati a Sacchi durante la sua vita calcistica. Colpa di quell’applicazione maniacale, fino al più minuto particolare, che lo ha sempre portato a vivere con grandissima partecipazione emotiva il suo lavoro. Il primo campanello d’allarme già al Milan, che pure aveva portato a vincere tutto.

“Andavo a Milanello e non provavo più le stesse emozioni, mi mancava la gioia del quotidiano” raccontò in un’intervista. Dopo l’esperienza alla guida della Nazionale ed il secondo posto ad Usa ’94 (con la delusione della sconfitta nella finale persa ai rigori con il Brasile), Sacchi si ritrovò ancora a fronteggiare lo stress sulla panchina dell’Atletico Madrid. Anni dopo confessò che fu quello il motivo che lo convinse a dimettersi, a metà stagione (febbraio ’99) – nonostante la squadra fosse nei primi posti in classifica – rimettendoci un bel po’ di soldi. Agli amici aveva poi confidato che non avrebbe allenato mai più. A fargli cambiare idea, nel 2001, il Parma, la società che l’aveva lanciato.

Ma i nervi avevano retto solo 20 giorni e tre partite (due pareggi e una vittoria). Il 2 febbraio annunciò “non posso più andare avanti”. La domenica prima aveva avuto un malore a Verona, dove i gialloblù avevano vinto 2-0. “Pensavo che i due anni di inattività mi avessero ricaricato e di essere pronto per andare in panchina: evidentemente non è così” fu il suo addio dando le dimissioni. E con le dimissioni, nel dicembre 2005, terminò anche la sua esperienza di direttore dell’area tecnica del Real Madrid: “mi manca la famiglia” spiegò.