Bari, migranti braccianti occupano la Basilica di San Nicola: “Condizioni disumane di lavoro” VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Luglio 2019 - 17:14| Aggiornato il 18 Luglio 2019 OLTRE 6 MESI FA
 Aboubakar Soumahoro

Il rappresentante sindacale Usb dei braccianti Aboubakar Soumahoro

BARI – “Siamo noi a raccogliere i prodotti di questa terra, non chiediamo carità ma diritti per tutti e tutte a prescindere dalla nazionalità e dal colore della pelle”.

In sessanta, tutti braccianti impiegati nei campi del foggiano, hanno occupato simbolicamente la Basilica di San Nicola a Bari per chiedere l’attenzione del governo nazionale e della Regione sui temi dello sfruttamento e dell’emergenza abitativa. La protesta è durata un paio d’ore e si è conclusa dopo che i migranti hanno incontrato l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Francesco Cacucci, che ha assicurato che si farà interprete delle loro istanze e portavoce della richiesta di incontro con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

I braccianti sono arrivati in bus da Borgo Mezzanone, San Severo, Manfredonia, Cerignola, Lucera per chiedere condizioni di lavoro e di vita dignitose, una casa, rispetto delle norme contrattuali, rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno in tempi certi. Arrivano da quegli stessi campi di pomodori e asparagi dove ieri, mentre andavano a lavorare per pochi euro all’ora, altri due lavoratori come loro, uno originario del Senegal e l’altro della Guinea Bissau, sono stati colpiti e feriti da pietre lanciate da sconosciuti a bordo di un’auto.

Nella Basilica dedicata al santo che i baresi definiscono “amante dei forestieri”, i migranti si sono ordinatamente accomodati tra i banchi esponendo cartelli in cui chiedevano se in Italia siano ancora in vigore le leggi sul lavoro. “Da parte nostra c’è un atteggiamento di difesa senza se e senza ma della dignità umana”, ha detto mons. Cacucci incontrandoli ed evidenziando l’importanza di “migliorare la seconda accoglienza” perché “fino a quando non riusciremo a realizzare questo, si alimenterà da una parte l’idea di invasione e dall’altra non si riconoscerà dignità umana”.  Cacucci ha anche invitato tutti a “non fermarsi alla denuncia ma fare proposte concrete”.

L’iniziativa è stata organizzata dal Coordinamento Lavoratori agricoli Usb Foggia come “una lotta contro l’indifferenza della Regione Puglia e del Governo gialloverde – ha spiegato il rappresentante sindacale Aboubakar Soumahoro – che cerca di trasformare una questione sociale in una questione di pubblica sicurezza”. “Nelle campagne del foggiano – ha detto ancora – si continua con l’attacco alle ‘baracche’, per radere al suolo i campi dei braccianti senza una soluzione alternativa”.

I braccianti hanno poi lasciato la basilica dopo aver ricevuto rassicurazioni dal mons, Cacucci. la loro protesta è nata per chiedere risposte dalle istituzioni. La scelta di un luogo di culto è stata decisa per far sentire la loro voce perché “Papa Francesco – hanno spiegato – dice che ‘il lavoro conferisce dignità all’uomo’, invece il nostro è un lavoro privo di dignità e diritti. Per questo abbiamo deciso di lottare per la riconquista dei diritti sindacali, abitativi, previdenziali e di sicurezza sul lavoro. Una lotta in ricordo dei tanti braccianti morti nella filiera agricola e per chiedere il rilascio del permesso di soggiorno al fine di uscire dall’invisibilità imposta”.

Fonte: Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev