Beppe Grillo: “Hanno fatto un golpettino per salvare il culo a Berlusconi e alla sinistra”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Aprile 2013 - 12:19 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo, conferenza stampa da Roma: la diretta (Foto LaPresse)

ROMA – Una conferenza stampa fiume per Beppe Grillo. Il leader del Movimento 5 Stelle ha parlato a giornalisti e militanti dalla Città dell’Altra Economia all’ex Mattatoio di Testaccio. Presenti anche i capigruppo M5S Vito Crimi e Roberta Lombardi, con tutti i parlamentari.

Hanno fatto un golpettino, hanno applaudito Napolitano per esorcizzare noi”. Così ha esordito attaccando il Pd e Berlusconi. Ne aveva anche contro i giornalisti, in particolare quelli di Repubblica e de L’espresso rei a suo dire di aver pubblicato falsità su di lui e di averlo accostato a Hitler.

Grillo ha ripercorso questi 54 giorni che sono passati dalle elezioni politiche rivendicando tutte le scelte del suo Movimento, ripetendo più volte che la democrazia articolata in partiti è finita. Ha ribadito che molte battaglie M5S sono di sinistra ma che il concetto di destra e sinistra è superato. Queste le parole di Grillo:

«Nessuno avrebbe raddoppiato un settennato. Così avremo 14 anni di presidenza Napolitano. Neanche Chavez aveva fatto una cosa del genere».

«L’hanno fatta grossa. Non è stato un golpe, no. È stato un golpettino istituzionale furbo per salvare il culo a Berlusconi e alla sinistra sul Monte dei Paschi di Siena».

«Io ero andato a parlare con Napolitano, lui aveva detto delle cose sensate. Ho parlato quasi sempre io, lui era molto stanco e avvilito. Gli ho detto: “Presidente, se lei vuole cambiare pagina, noi siamo il nuovo, siamo il primo partito in Italia. Le portiamo dieci nomi, dieci ministri al di sopra del bene e del male”. Lui mi ha risposto: “Non avete i numeri”. Io gli ho risposto: “Presidente, tanta gente non aveva i numeri, Craxi aveva l’8%”». Poi legge la lettera di Napolitano in cui diceva no a un suo mandato bis.

«È avvenuto uno scambio fra la democrazia e qualcosa per rubare un anno di tempo. Non so se ce lo possiamo permettere un anno di tempo. Si parla di Amato presidente del Consiglio, consigliere di Craxi, uno che è stato la balia di Berlusconi. Oppure uno dei Letta, che non so quanti sono. Poi c’è il voto segreto: entravano in quella specie di Vespasiano…»

«Quando hanno applaudito l’elezione di Napolitano, quello non era un applauso a Napolitano, ma un applauso a loro stessi. Un applauso di scherno».

«In tre anni, senza soldi, siamo diventati il primo partito d’Italia, eppure quando parlano di noi siamo i grillini, siamo gli sfigati, siamo quelli che stanno dietro un computerino. Quando Bersani è venuto da noi non ci ha trattati come il primo partito d’Italia: è venuto per chiederci i voti. Lo avesse fatto ci avremmo pensato. All’inizio ci abbiamo pensato: diamo un segnale forte, di sinistra a questo Paese. Potevamo collaborare, potevamo cambiare la legge elettorale in mezza giornata»

«Io il Paese, a differenza loro, lo giro». «Ma l’acqua pubblica, la scuola pubblica, non sono cose di sinistra? Sono andato ad Arzachena, mi sono iscritto al Pd di Arzachena, ho speso 15 euro: sapete che sforzo ho dovuto fare. Mi hanno chiuso le porte in faccia dicendo che “Grillo appartiene a un partito che è ostile al nostro”. Ostile perché voglio l’acqua pubblica, la sanità pubblica, la scuola pubblica, i delinquenti in galera?»

«Parliamo dei 200 euro delle ricevute della Lombardi e non parliamo dei 21 miliardi del Monte dei Paschi di Siena».

«Berlusconi e la sinistra hanno inciuciato per 20 anni, si sono passati la borraccia come Coppi e Bartali».

«Mi devo calmare, io grido troppo, lo so. Io sono l’uomo più pericoloso d’Europa». «Ma ci sono milioni di italiani che non vogliono il cambiamento, che galleggiano sulla crisi»

«Io ieri sera volevo venire in piazza, ma non sono venuto. Non perché ho paura. Io non ho paura. Io stavo fremendo. Ma non volevo favorire i violenti».

«Sono d’accordo con Rodotà: non faccio calate a Roma, non faccio parate o cose violente. Gli ho mandato un sms: “Caro Professore, non facciamo nessuna marcia su Roma, io mi sono adoperato per calmare un po’ gli animi”. Lui non era Prodi, che era una persona che abbiamo già sperimentato, con i suoi meriti e i suoi difetti. Prodi mi aveva ricevuto, è un uomo che ti sta a sentire. Chiudeva gli occhi, ma non dormiva. Pensava. Annuiva a tutte le cose che dicevo sull’economia. Non l’abbiamo votato perché noi siamo lineari col nostro pensiero. E non menatecelo con lo streaming».

«La forma di politica attraverso i partiti è finita. Loro sono stati traditi da quella forma, basata sulla delega. Noi non diamo la delega a nessuno. Non c’è niente calato dall’alto. Noi siamo come un formicaio: funzioniamo senza direttive. Siamo amebe: non ci sono menti centrali. Ed è un fenomeno che si sta espandendo, che loro volevano esorcizzare con quell’applauso a Napolitano. Non siamo un movimento di destra o di sinistra: una buona idea è una buona idea, non è di destra o di sinistra. Ci sono tante idee stupide, come quelle lanciate da un ex comico che sono io».

«Noi dobbiamo far tornare di moda l’onestà, (far tornare un mondo dove) rubare è una cosa da coglioni».

A un certo punto Grillo se l’è presa con una giornalista di Repubblica: «Il suo giornale per mesi ha disintegrato ogni verità a proposito di me e del mio partito, mi ha accostato a Hitler. Ci avete trattato sempre come “i grillini”. Noi siamo un terzo degli italiani».

«Il Pd ci aveva preparato un trappolone, voleva attirarci per poi dare la colpa dell’ingovernabilità a noi. A me di Bersani dispiace, non gioisco per il Pd che si spacca in due o in tre. Io dico però che siete dentro a una storia che non c’è più. Il tempo della delega è finito. Noi stiamo proponendo un modello che esporteremo in tutto il mondo».

A proposito della presunta aggressione di alcuni grillini a Dario Franceschini del Pd: “Alcuni manifestanti l’hanno visto nella saletta di un ristorante e non l’hanno riconosciuto. Non è stato mai aggredito, se non verbalmente. Ma non da grillini, da manifestanti del partito Comunista”.

«Anche a me mi hanno contestato tante volte. Tu li fai parlare e loro si calmano. Dobbiamo un po’ sgrassare questa politica fatta di insulti. Anch’io mi calmerò, non dirò più parolacce, oggi non ne ho detta neanche una. Saremo gandhiani. Gandhiani, ma non coglioni»

La diretta streaming della Conferenza Stampa: