Regeni, Di Maio in Egitto: “Svolta entro l’anno”. Al Sisi: “Giulio uno di noi”. Polemiche

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Agosto 2018 - 23:29 OLTRE 6 MESI FA
Regeni, Di Maio in Egitto: "Svolta entro l'anno". Al Sisi: "Giulio uno di noi". Polemiche

Regeni, Di Maio in Egitto: “Svolta entro l’anno”. Al Sisi: “Giulio uno di noi”. Polemiche (Foto Ansa)

IL CAIRO  –  Il vicepremier Luigi Di Maio vola in Egitto da Abdel Fattah Al Sisi e fissa una data, “la fine dell’anno”, per vedere l’auspicata “svolta” nelle indagini sulla tortura a morte di Giulio Regeni [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] che da ormai oltre due anni e mezzo hanno prodotto ben poco.

Di Maio, da ministro dello Sviluppo economico, ha organizzato la missione nella dichiarata consapevolezza che l’Egitto è un partner commerciale da miliardi di euro con cui i rapporti devono essere normalizzati per renderli ancora più proficui. Senza contare l’enorme influenza dell’Egitto nel delicatissimo groviglio libico.

“La normalizzazione dei nostri rapporti con l’Egitto non può che passare per la verità sulla morte di Giulio Regeni. Auspico che entro la fine dell’anno si possa arrivare a una svolta” nelle indagini, ha detto di Maio dopo un incontro con il presidente Al Sisi.

Il capo di Stato egiziano, nel ribadire la volontà dell’Egitto di far luce sul caso Regeni, è arrivato a dichiarare che “Giulio Regeni è uno di noi“, ha riferito lo stesso Di Maio. Una specie di “slogan da stadio” che secondo Andrea Maestri, esponente di Possibile, “ha offeso la memoria di Giulio”.

Immediata è infatti partita la polemica sulle parole attribuite a Sisi: “Quando Al Sisi ha detto a Di Maio che ‘Regeni è uno di noi’ il vicepresidente del consiglio doveva alzarsi e andarsene. E’ davvero inaccettabile assistere all’ennesimo umiliazione del popolo italiano”, ha tuonato Arturo Scotto di LeU.

Giunto al Cairo a coronamento ‘economico’ delle visite incentrate sulla sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini a luglio e sulla politica estera del capo della Farnesina Enzo Moavero Milanesi tre settimane fa, Di Maio ha sostenuto che queste missioni servono “ad accelerare sull’accertamento della verità”.

Ma le “relazioni con l’Egitto” sono anche “un’occasione ulteriore per stabilizzare la Libia”, ha ricordato Di Maio riferendosi al Cairo, grande sponsor politico-militare del generale Khalifa Haftar. “Ho detto chiaramente al presidente Al Sisi che terremo conto dell’Egitto nell’affrontare il dossier Libia e che garantiremo un coordinamento” in vista della conferenza di novembre, ha sottolineato.

La svolta su Regeni deve venire dai summit fra Procure, quella di Roma e quella egiziana, che dovrebbero incontrarsi a breve. “Se andiamo verso la normalizzazione dei rapporti” con l’Egitto “potremo anche creare nuove occasioni non solo per le nostre aziende di Stato”, come Ferrovie, “ma anche per le piccole e medie imprese. E’ anche per questo che dobbiamo accelerare” su Regeni, ha detto Di Maio spiegando il senso della visita e il nesso fra verità (per la memoria di Giulio) e interessi delle aziende italiane, la cui pattuglia é guidata dall’Eni con il maxi-giacimento di gas “Zohr” ma nel complesso sviluppa 7,7 miliardi di euro investimenti diretti e 5,6 miliardi di dollari di scambi commerciali.