Imane Fadil, una delle ultime interviste: “Non voglio che Berlusconi vada in prigione” VIDEO

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 15 Marzo 2019 - 18:27 OLTRE 6 MESI FA
Imane Fadil in una delle ultime interviste: "Non voglio che Berlusconi vada in prigione" VIDEO

Imane Fadil, una delle ultime interviste: “Non voglio che Berlusconi vada in prigione”

ROMA – “Non voglio che Berlusconi vada in prigione, è anziano, ma mi aspetto giustizia”. Così parlava la modella di origine marocchina Imane Fadil, parte civile nel processo Ruby Ter, il 24 settembre 2018 a margine dell’udienza in corte d’appello a Milano. Si tratta delle ultime interviste rilasciate dalla marocchina, morta il 1 marzo in circostanze misteriose.

Imane è la ragazza che diceva di “aver visto Satana” durante le cene di Arcore. Non si sa al momento di più, se non che è stata aperta una inchiesta sulla sua morte. Meno di un mese fa Emilio Fede era stato assolto dall’accusa di diffamazione nei confronti di Imane: Fede durante un Tg4 (di cui era direttore) aveva accusato la ragazza di “essere pagata per dire falsità” (sulle notti di Arcore, ndr). Fadil, 33 anni, teste chiave della procura nei processi Ruby, è morta il primo marzo scorso dopo un calvario durato un mese. Ma si è saputo solo oggi. A darne notizia è stato il procuratore Francesco Greco, che ha comunicato anche l’apertura di una indagine. Prima di morire, Fadil ha confidato a chi le stava vicino di temere di essere stata avvelenata.

Fadil, che è stata parte civile nel processo Ruby bis sulle serate a casa di Silvio Berlusconi e che di recente invece è stata estromessa da parte civile nel processo Ruby ter, da quanto è stato riferito, si è sentita mala a casa di un amico, da cui viveva, a gennaio e poi il 29 di quel mese è stata ricoverata all’Humanitas di Rozzano, prima in terapia intensiva e poi in rianimazione.

La giovane, già prima del ricovero, stando a quanto ha spiegato il procuratore Greco, accusava sintomi tipici da avvelenamento come mal di pancia, gonfiore e dolori al ventre. Mai nelle settimane in cui la ragazza era ricoverata e nemmeno il giorno della morte, l’ospedale ha comunicato alcunché alla magistratura, sebbene non sono state individuate le cause della morte e non ci sia una diagnosi certa sul decesso.

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev.