Le Iene, Incursori Marina trasferiti per un gavettone, la denuncia VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Aprile 2015 - 13:42 OLTRE 6 MESI FA
Le Iene, Incursori Marina trasferiti per un gavettone, la denuncia

Le Iene, Incursori Marina trasferiti per un gavettone

GENOVA – Nella puntata di giovedì 2 aprile de Le Iene, un servizio ha raccontato le testimonianze di due incursori della Marina Militare di LaSpezia che accusano il capo di Stato maggiore, raccontando di essere stati “trasferiti per colpa di un gavettone”. Tiziano Ivani del Secolo XIX, lo scorso 20 giugno aveva raccontato questa vicenda in un articolo che Blitz Quotidiano vi ripropone

” La gavettonata, la sera prima del 2 giugno, è una tradizione tra militari e membri delle forze di polizia. Dopo aver effettuato le prove per la parata del giorno seguente, i militari dei vari corpi, provenienti da tutta Italia, iniziano a colpirsi con secchiate d’acqua e gavettoni. Si tratta di un momento goliardico, che si tramanda ormai di generazioni in generazioni. Il tutto, poi, avviene nella splendida cornice del Colosseo e dei Fori imperiali. L’ultima serata prima dei grandi festeggiamenti per il giorno della Repubblica, un momento per molti anche di rivedere amici di lunga data, il tutto all’insegna della spensieratezza. Quest’anno, però, qualcosa è andato storto. E a pagarne le conseguenze saranno cinque incursori spezzini, di stanza al Varignano, alle Grazie. Sono state avviate le pratiche per il loro trasferimento. Il motivo? Si sono trovati al momento sbagliato, nel posto sbagliato. E, soprattutto, uno di loro, si è reso protagonista di episodio che mai e poi mai sarebbe dovuto accadere. A quanto pare gli spezzini del Varignano erano tra i più attivi nella gavettonata tradizionale, la sera prima della scorsa Festa Repubblica. È accaduto così che un gavettone sia finito sul cofano di un’auto blu che stava transitando proprio da quelle parti”.

“Fin lì poco male. Il patatrac è accaduto quando la berlina si è fermata: una delle portiere dell’automobile si è aperta e, ancora prima che il passeggero mettesse fuori il piede dall’abitacolo, uno degli incursori del Varignano avrebbe scagliato un secondo gavettone. Alcuni dei presenti hanno riferito di un lancio davvero mirabile, preciso e forte, che ha centrato in pieno il varco apertosi nell’auto. In prima battuta sono partite le risate, le solite sghignazzate che possono fare degli amici che assistono a una scena del genere. Un istante dopo, però, è calato il gelo, anzi il terrore per ognuno di loro. Da quella auto, completamente zuppo, è uscito il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi. Il gruppo, a quel punto, non ha resistito. E hanno iniziato a darsela a gambe, hanno provato a far perdere le proprie tracce nella zona riservata alla parata. Sembra che qualcuno, dal timore, sia arrivato a nascondersi dietro a degli arbusti. Per un momento hanno sperato di farla franca. L’ammiraglio De Giorgi, un sorta di leggenda della Marina Militare, aveva però impartito un ordine perentorio. Voleva i nomi dei responsabili di quell’episodio, in pochi minuti. Hanno provato a resistere, poi però i responsabili sono saltati fuori. Sapevano che le scuse non sarebbero bastate. E infatti, oltre alla terribile reprimenda, qualche giorno fa, è arrivata la notizia dei trasferimenti. Da indiscrezioni raccolte dal Secolo XIX, pare che il provvedimento, per ora, coinvolga cinque incursori. La mobilità per loro, ormai, è una certezza, almeno di ripensamenti dell’ultimo minuto. A questo punto, solo un atto di clemenza da parte dell’ammiraglio li potrebbe salvare. L’hanno combinata grossa, su questo non ci sono dubbi”.

(…) L’episodio è certamente esilarante, tanto che risulta evidente come si sia trattato di un inconveniente. Ma conoscendo la severità degli ambienti militari per gli uomini della Marina Militare sembra che non ci sia scampo. Sarà trasferito l’intero gruppetto che si trovava lì in quel momento. L’ammiraglio Francesco Chionna, comandante del Comsubin alle Grazie, non ha potuto opporsi all’ordine arrivato da Roma. L’epilogo della vicenda sembra segnato”.