Camorra a Monza, “Vendita voti 30 €”: 37 arresti, anche ex assessore Antonicelli

Pubblicato il 4 Marzo 2013 - 08:54| Aggiornato il 24 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – “Voti venduti a 30 euro, 50 euro a famiglia”. Poi usura e riciclaggio da parte dell’organizzazione della camorra che aveva contatti con la politica del Comune di Monza. I carabinieri la mattina del 4 marzo hanno arrestato 37 persone, tra cui Giovanni Antonicelli, ex assessore all’Ambiente del Comune di Monza ed esponente del Pdl. Il gip di Monza ha emesso 43 misure tra denunce e custodie cautelari. Accertamenti sul presunto scambio di voti coinvolgono anche un ex consigliere comunale di Milano, attivo tra il 2009 e il 2011, che al momento non risulta indagato.

Salvatore Bellomo, sostituto procuratore, ha spiegato che l’organizzazione sgominata a Monza dai Carabinieri concentrava la sua azione nello scambio di favori di ogni tipo, dagli alloggi ai voti. Secondo quanto riferito il clan ”faceva campagna per l’assessore Antonicelli” che risulta arrestato con l’accusa di associazione per delinquere “qualcosa in più del semplice voto di scambio”, ha commentato Bellomo.

L’indagine, denominata “Briantenopea”, ha consentito di svelare l’esistenza di una radicata associazione per delinquere composta, prevalentemente, da soggetti italiani di origine campana di elevato spessore criminale, in contatto con esponenti di clan camorristici del napoletano come i Gionta e i Mariano.

Il gip di Monza ha emesso 43 misure nei confronti di soggetti indagati a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine, estorsioni, usura, furti, ricettazione, riciclaggio, spendita di banconote false, detenzione illecita di sostanze stupefacenti e di armi, e di reati contro la pubblica amministrazione.

Nel mirino delle indagini anche un ex consigliere comunale di Milano, che sarebbe stato coinvolto nella ”compravendita di voti”. Dalle indagini emerge infatti un incontro tra criminali per comprare voti da amici in favore del consigliere, che si è ripresentato alle elezioni del maggio 2011, nelle file del centrodestra, ma non è stato eletto. L’ex consigliere non è indagato, spiega Bellomo: “Sappiamo che ha ottenuto voti di favore ma non sappiamo, al momento, se ne fosse consapevole”.

Il sostituto procuratore Bellomo ha detto: “Monza, da quanto emerso dai lunghi accertamenti dell’indagine, era, sotto il profilo criminale, un’enclave campana, ed emerge in maniera molto chiara. Nelle intercettazioni il capo si vantava di preservare Monza dall’invasione della ‘ndrangheta”. Il personaggio di spicco dell’operazione, Giuseppe Esposito, si vantava, in particolare ”di aver rintuzzato più volte i tentativi di qualche calabrese di allargarsi nella zona” con le proprie attività criminali.