Oristano, finisce battaglia coniugi Spanu: sfratto dopo 2 anni barricati in casa VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Gennaio 2015 - 17:37 OLTRE 6 MESI FA
Oristano, finisce battaglia coniugi Spanu: sfratto dopo 2 anni barricati in casa

Oristano, finisce battaglia coniugi Spanu: sfratto dopo 2 anni barricati in casa

ORISTANO –  Per difendere la loro casa di Arborea in provincia di Oristano, Giovanni Spanu e la moglie Bernardetta di 76 e 63 anni, giovedì 22 gennaio si sono asserragliati per otto ore nella mansarda con bombole di gas, taniche di benzina e fiammiferi. Insieme a loro c’erano i loro cinque figli e i due nipotini. I poliziotti hanno mediato e gli inquilini sono usciti spontaneamente dopo ore di resistenza e minacce di farsi saltare in aria. Da parte loro, fino al momento della decisione di uscire sempre la stessa risposta: “Ci facciamo saltare in aria, moriremo per difendere questa casa. L’abbiamo costruita con tanta fatica: non la consegniamo a chi l’ha comprata all’asta”. Oltre alla casa che doveva essere assegnata al nuovo acquirente, la famiglia si era asserragliata per difendere i terreni, le galline e le capre. Oltre il recinto c’erano una decina gli attivisti del “Movimento Antisfratto”, giunti da varie zona dell’Isola che hanno provato ad impedire lo sfratto. Si conclude così una storia che va avanti da due anni che vedeva la famiglia Spanu contrapposta all’ufficiale giudiziario che ogni volta provava a chiedere di liberare la casa messa all’asta per una cambiale agricola.

La vicenda la racconta La Stampa che pubblica anche un video

Dall’inizio del 2013 l’ufficiale giudiziario si presentava una volta alla settimana nelle campagne di Arborea, una cittadina agricola della provincia di Oristano, ma ha sempre dovuto fare marcia indietro. Stavolta è stato organizzato un grande blitz: più di 100 agenti in assetto antisommossa hanno circondato la villetta e le coltivazioni di fragole e nel frattempo i vigili del fuoco hanno sventrato le finestre con una sega elettrica. I due pensionati, 76 e 63 anni, le hanno provate tutte ma da oggi, insieme ai cinque figli e i due nipotini, saranno ospitati in un bungalow messo a disposizione da un villaggio turistico. «Tutto per una cambiale agricola da 15 milioni che noi abbiamo pagato regolarmente nel 1994 – racconta l’anziano agricoltore – Non ci è mai stata restituita e così ci hanno messo la casa all’asta. Senza avvisarci, senza darci la possibilità di difenderci. L’abbiamo scoperto quando era già stata aggiudicata. L’abitazione e la nostra azienda valgono 600 mila ma è stato venduto tutto a 125 mila. Qui c’è il nostro sudore, c’è tutta la mia vita».

Della casa della famiglia Spanu, al termine di una giornata di guerra e lacrime, è rimasto soltanto un ammasso di ferraglie e tantissimi pezzi di legno. Nelle case non ci sono né letti né armadi. I vestiti sono sparsi per terra e pieni di fango. Subito dopo il blitz degli agenti, una squadra di operai è entrata in azione per sgomberare tutto. Per eseguire uno sfratto diventato un caso, la Questura di Oristano ha organizzato una sorta di operazione antimafia: oltre 100 agenti, furgoni blindati, forestali schierati nelle campagne, unità cinofile e persino un elicottero. Uno spiegamento di forze mai visto prima, anche per fermare il previsto assalto dei rappresentanti dei tanti movimenti che da due anni proteggevano con un presidio costante l’abitazione e l’azienda di Giovanni Spanu. «Nelle prossime settimane avrei dovuto iniziare la raccolta delle fragole e avevo piantato da poco le carote. Quello è il mio pane, non possono portarmelo via. Ci hanno portato via anche i maiali e le pecore che ci davano il latte per i bambini. Noi non siamo delinquenti, ma gente povera: ci hanno trattato come mafiosi»