Patrick George Zaky, in 5mila sfilano a Bologna VIDEO

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 17 Febbraio 2020 - 21:49 OLTRE 6 MESI FA
Patrick George Zaky, in 5mila sfilano a Bologna

Patrick George Zaky, in 5mila sfilano a Bologna

BOLOGNA – “Ho pensato: diamo a Patrick la cittadinanza onoraria, ma sarebbe un atto in più. Lui è già un cittadino di Bologna, gliela conferiremo quando torna per festeggiare e per non dare pretesti a chi vuole fare il dittatore”. Lo ha detto, dal palco allestito in Piazza Maggiore a Bologna proprio sotto lo striscione che chiede la verità sul caso di Giulio Regeni, il sindaco Virginio Merola.

Lui, insieme al rettore dell’Università Francesco Ubertini, dal Rettorato in via Zamboni, ha sfilato in corteo con oltre 5mila persone per chiedere la liberazione di Patrick George Zaky, l’attivista e ricercatore dell’ateneo bolognese detenuto in Egitto. Una manifestazione, organizzata dal Consiglio degli studenti dell’Alma Mater Studiorum, a cui hanno partecipato docenti, cittadini, attivisti dei collettivi, esponenti delle sardine, e che si è conclusa all’ombra di Palazzo d’Accursio, dopo la lettura degli articoli della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo per voce delle colleghe del ricercatore egiziano del master Gemma, sulle note di ‘Imagine’ di John Lennon e ‘Bella Ciao’.

La data scelta non è stata causale: come ha spiegato la settimana scorsa la rappresentante degli studenti bolognesi, Anna Zanoli, il giorno è stato scelto per tenere alta l’attenzione in vista della nuova udienza che riguarderà l’attivista egiziano in programma sabato.

Proprio oggi al giovane, detenuto nel suo Paese natale con l’accusa di propaganda sovversiva, il padre ha portato un orologio di plastica e alcuni libri come ha riferito l’avvocato Wael Ghaly, a capo del pool di legali che difende lo studente fermato l’8 febbraio al Cairo. “Finora Patrick è trattato molto bene dalla polizia egiziana – ha raccontato il legale all’Ansa – durante la visita è stati portato in una camera separata lontano dagli altri detenuti”. “Dopo l’udienza dei giorni scorsi – ha affermato Zanoli parlando dal palco in Piazza Maggiore – Patrick ha urlato: Forza Bologna. E Bologna c’è, è qui. Vogliamo mantenere alta l’attenzione sul caso, chiedere la sua libertà. Rivolgiamo un appello al Governo italiano: chiediamo di dichiarare l’Egitto un Paese non sicuro e di rivedere i rapporti diplomatici fino al ritiro dell’ambasciatore se è necessario”.

“Gli studenti dell’Università di Bologna sono cittadini di Bologna – ha aggiunto Merola – aspettiamo l’udienza di sabato e, se sarà necessario, continueremo a fare sentire la nostra voce. Al Governo nazionale ed europeo ribadisco: la situazione è grave, si impegnino tutti per restituire la libertà a Zaky, che non si passi sopra alla libertà personale solo per vendere qualche nave”.

Solidarietà a Zaky è stata espressa, dal cuore di Bologna, anche dall’arcivescovo, cardinale Matteo Maria Zuppi, e dalla Curia per voce del vicario generale, monsignor Stefano Ottani: “E’ importante che una città si mobiliti per la libertà di una persona che riconosciamo come cittadino e come fratello nella fede”. “Abbiamo fatto un gesto semplice – ha affermato il rettore – abbiamo camminato insieme, un gesto ordinario per chiedere la liberazione di un nostro studente, un nostro allievo, un nostro compagno di studi, ma soprattutto un cittadino dell’alma universitas. La nostra comunità ha bisogno di del suo desiderio di sapere, dei suoi dubbi, delle sue domande. Siamo qui a dirti, Patrick, che non sei e non sarai mai solo”.

Fonte: Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev