Ruby, pm: “Arcore, orge bacchiche. Perciò chiedo 7 anni per Minetti, Fede, Mora”

Pubblicato il 31 Maggio 2013 - 17:14 OLTRE 6 MESI FA
Ruby, pm: "Ad Arcore orge bacchiche. Nicole Minetti, Mora e Fede saggiatori"

Nicole Minetti (Foto Lapresse)

MILANO – Delle “orge bacchiche”, dei baccanali, feste tra sesso e vino, in altre parole: ecco quel che erano, con citazione mitologica, le serate ad Arcore secondo il pm di Milano Piero Forno.

Il paragone è stato fatto durante la requisitoria al processo Ruby a carico di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, imputati di favoreggiamento e induzione della prostituzione anche minorile, visto che all’epoca Ruby, all’anagrafe Karima el Mahroug, era minorenne. Per Lele, Mora e Minetti la Procura di Milano ha chiesto 7 anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole o in servizi pubblici o privati che hanno a che fare con i minori. Il pm ha chiesto anche che Mora, Minetti e Fede paghino una multa da 35mila euro ciascuno.

Forno ha parlato di “ambiente orgiastico” e nel descrivere le feste nella villa San Martino di Silvio Berlusconi le ha paragonate a una “orgia bacchica”.  Una metafora non priva di legami con la realtà, se si ricorda che le ragazze delle “cene eleganti” hanno ricordato in quelle serate la presenza di statue di Priapo, dio greco dal pene particolarmente lungo. E ha ricordato “le vergini date in pasto al drago” descritte dalla ex moglie di Silvio Berlusconi, Veronica Lario.

Poco prima il collega Antonio Sangermano aveva descritto Emilio Fede e Lele Mora come ‘‘due sodali’‘ che ”saggiavano la gradevolezza delle ragazze, facevano l’esamino per vedere se avevano anche una capacità socio-relazionale e poi le immettevano nel circuito delle serate ad Arcore, un circuito a cui non è sfuggita nemmeno Ruby”.

Secondo Sangermano Nicole Minetti avrebbe partecipato attivamente alle feste di Arcore “compiendo anche atti sessuali retribuiti”. Per il pm l’ex consigliere regionale del Pdl lombardo ebbe “un ruolo fondamentale nella corresponsione di corrispettivi economici alle partecipanti alle serate. E’ falso che le cene fossero ordinari convivi arricchiti al più da qualche goliardica scenetta di burlesque”.

In quelle serate le ragazze, secondo le parole di Sangermano, erano “assatanate di soldi”. Mora e Fede avevano “la consapevolezza che chi sarà disponibile a prostituirsi verrà retribuito” e questo ne dimostra “l’intraneità al sistema prostitutivo”.

Il pm ha citato anche Silvio Berlusconi, imputato nell’altro processo Ruby per concussione e prostituzione minorile. “Ad altre sedi democratiche spettano i giudizi su Berlusconi, la vicenda di quest’ uomo la giudicheranno le urne e la storia, qua si tratteranno i profili comportamentali in relazione alla valenza probatoria in questo processo”. Resta comunque una “grave anomalia” il fatto che “l’imputato Berlusconi” abbia iniziato a “remunerare” le ragazze-testimoni dei due processi sul caso Ruby. Le ragazze, secondo il pm, si sono mosse come “un blocco dichiarativo” e con “approccio fideistico” nei confronti dell’ex presidente del consiglio.

LA REPLICA DI BERLUSCONI: “RICOSTRUZIONI INACCETTABILI” – “Le argomentazioni utilizzate dai Pubblici Ministeri Milanesi nel processo Minetti, Mora, Fede, in relazione a quanto sarebbe accaduto nella mia casa, sono quanto di più lontano dalla realtà sia possibile immaginare”: così ha commentato Silvio Berlusconi le requisitorie dei Pm milanesi del processo Ruby. ”Decine e decine di testimonianze hanno asseverato la assoluta normalità delle cene presso la mia residenza e la totale assenza di qualsiasi connotazione men che corretta”.

Sulla stessa lunghezza d’onda per l’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini: ”La requisitoria di quest’oggi pronunciata nel processo Fede, Minetti, Mora non può che lasciare stupiti per la mancanza di correlazione fra la realtà processuale e le tesi accusatorie. A casa del Presidente Berlusconi mai si sono verificati accadimenti quali quelli narrati. Tutti i testimoni non solo hanno escluso qualsiasi attività prostituiva ma anche che si siano verificate situazioni volgari o illecite”.