Salvini vs anti-Salvini. Chi siamo “Noi” a Roma est? FOTO

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 3 Marzo 2016 - 21:07 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Matteo Salvini con qualche manciata di simpatizzanti da una parte, un centinaio di anti Salvini dall’altra. In mezzo celerini in assetto anti sommossa, blindati e camionette della polizia. Siamo in piazza Roberto Malatesta, prima periferia est di Roma, ultima propaggine di un Pigneto che in queste vie è al limite radical (resta un quartiere rosso), ma niente affatto chic.

Piazza Malatesta è uno spartiacque: a nord ci sono i palazzoni del Prenestino, a sud c’è la zona della Marranella, che negli ultimi due decenni è diventata la più multietnica di Roma. Dagli anni 20 agli anni 90 del secolo scorso era semplicemente una zona problematica.

A volte capita che l’anima multietnica e quella problematica si scontrino: è successo per esempio in una calda notte di settembre nel 2014, quando in via Lodovico Pavoni un diciassettenne romano ammazzò a pugni e calci un ventottenne pakistano, che con il suo salmodiare ad alta voce si era reso colpevole di aver infastidito il padre del ragazzino romano. Una brutta scena: il figlio che infierisce sul corpo ormai esanime del pakistano, il padre che affacciato alla finestra non smette di incitarlo a “menaje forte”, per poi scendere in strada e minacciare chi avesse avuto l’intenzione di testimoniare: “Comunisti de merda”, urlava l’uomo contro una coppia di vicini che aveva assistito all’omicidio. Una coppia che dopo quella notte, e dopo aver testimoniato al processo, non tornerà più nel quartiere.

Nelle giornate immediatamente successive, quest’omicidio brutale e insensato fu venduto come un caso di esasperazione dei residenti verso gli “invasori”. Il pakistano, che per la cronaca si chiamava Shahzad e da pochi mesi era padre, fu spacciato come un “ubriaco”, che aveva provocato il ragazzo sputandogli addosso. Dall’autopsia e dal processo è venuto poi fuori che il povero Shahzad non aveva toccato un goccio d’alcol in vita sua e che nessuna provocazione c’era stata. Ma l’immagine, molto “salviniana”, del ragazzino esasperato che prende a calci il “degrado” importato dagli “extracomunitari”, il ribaltamento dei ruoli fra vittima e carnefice, fu quella che passò nella narrazione mainstream di questo western di periferia. Un libro, “Al Palo della Morte” di Giuliano Santoro, indaga molto bene quel fatto di cronaca e il contesto che lo ha prodotto.

Cinquecentotrentadue giorni dopo quella tragica notte arriva Salvini a riproporre la narrazione del “noi” (con Salvini) e del “loro”, dove “noi” sta per “soluzione” e “loro” sta per “problema”. Sabato 27 febbraio, proprio in piazza Malatesta, un banchetto delle “primarie” di Salvini, uno dei 41 sparsi per la città (che secondo gli organizzatori avrebbero richiamato l’iperbolica cifra di 15.000 votanti), è stato attaccato da una decina di giovani incappucciati. Danni pochi, feriti nessuno, clamore tanto.

Pochi giorni dopo Salvini visita per la prima volta quella stessa piazza, per otto anni infinito cantiere dell’infinita Metro C. Ora Malatesta è una delle fermate della terza linea metropolitana di Roma. Inaugurata il 29 giugno scorso, dà, diciamo così, “l’opportunità” agli abitanti del quartiere di salire su un treno, farsi due fermate e scendere in via La Spezia, a “soli” 900 metri a piedi dalla stazione San Giovanni della Metro A. Sotto la “M” di Metro c’è Salvini, un banchetto, due bandiere di “Noi con Salvini”, una trentina di militanti-simpatizzanti che riusciranno quasi tutti a farsi un selfie col leader, e una sessantina fra poliziotti, giornalisti, fotografi e curiosi.

Dall’altra parte della piazza e dopo due cordoni di agenti con caschi e manganelli, c’è il “presidio antifascista” che si è raccolto sotto la sigla “Mai con Salvini” e che ha esposto due striscioni: “Via Salvini da Roma” e “Salvini non nel nostro quartiere, fuori razzisti e politicanti”. Dello stesso tenore slogan e cori urlati al megafono.

Slogan che Salvini sente, fra un selfie e l’altro. Rispondendo così: “La ruspa è troppo poco per i balordi dei centri sociali, per i violenti serve la galera”.

Doveva essere un “incontro col quartiere”, ma l’orario sembra scelto apposta per incontrare meno gente possibile. Alle 14 in Piazza Malatesta, a parte Salvini e anti-Salvini, di “quartiere” ce n’è ben poco: a quest’ora si pranza, a Roma.