Sara Cunial contro Mattarella e Conte “epidemia del Paese”. Vilipendio? VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Maggio 2020 - 15:32 OLTRE 6 MESI FA
Sara Cunial contro Mattarella e Conte "epidemia culturale del Paese". Vilipendio? VIDEO

Sara Cunial contro Mattarella e Conte “epidemia del Paese”. Vilipendio? (Foto da video)

ROAMA – Sara Cunial dice alla Camera (dei Deputati) che Mattarella e Conte proteggono “lo scientismo dogmatico che è la vera epidemia culturale di questo paese”.

Tanto basta per far parlare di vilipendio i deputati di Forza Italia, Pd, Italia Viva e Movimento 5 Stelle.

Mentre il presidente di turno, Rampelli, dice che andrebbe verificato se la Cunial si riferisse a Mattarella o a Conte.

Sara Cunial, ricordiamolo, è la ex deputata (espulsa) del Movimento 5 Stelle, che a inizio lockdown fu multata mentre andava a Ostia (giustificandosi con non meglio precisati motivi di servizio).

La dichiarazione di Sara Cunial

La parlamentare del gruppo Misto Sara Cunial, eletta con M5s e da questo espulsa, è intervenuta nella dichiarazione di voto sul dl Covid in Aula alla Camera, ribadendo la propria tesi complottista circa la natura del coronavirus.

In questo contesto si è scagliata contro il premier Conte e il presidente Mattarella, suscitando le proteste di Fi, Pd, Iv e M5s.

Grida di protesta si sono alzate dai banchi di vari gruppi, con Camillo D’Alessandro (Iv) che si è avvicinato al banco della Presidenza per segnalare l’insulto chiedendo un richiamo al vicepresidente Fabio Rampelli.

“Stiamo cercando di capire – ha detto Rampelli – se l’epiteto virus era rivolto a Presidente del Consiglio o indirizzato al capo dello Stato, nel qual caso farebbe bene a scusarsi, altrimenti rientrerebbe nel vilipendio, con tutte le conseguenze”.

Dopo l’intervento della deputata Cunial si è proceduto al voto finale sul dl Covid, al termine del quale ha preso la parola Simone Baldelli (Fi) che ha stigmatizzato l’insulto dell’ex M5S, ricordando che se fosse stato rivolto a Mattarella si tratterebbe di vilipendio al Capo dello Stato: “in quest’Aula nessuno si può permettere di insultare il Presidente della Repubblica”.

Anche Enrico Borghi del Pd ha chiesto di “acquisire gli atti: chiediamo che il presidente assuma le iniziative di censura che il nostro Regolamento prevede”. Stessa richiesta da parte di D’Alessandro e Nicola Provenza del M5s.

A difendere Cunial, non nei contenuti delle sue parole ma nella possibilità di esprimersi, è stato Vittorio Sgarbi: “Non tocca a noi fare la predica e la morale. Anche se esprime un concetto non condivisibile, in democrazia c’è la libertà di opinione, se è vilipendio ci pensa la magistratura”.

Tutti contro la Cunial

“Sostenere teorie assurde e infondate nell’Aula di Montecitorio è grave, soprattutto in una emergenza sanitaria. Collegare fantomatici complotti al Capo dello Stato è indegno di un rappresentante istituzionale. Il presidente Mattarella è un solido presidio di libertà e democrazia”. Lo scrive su Twitter Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, dopo l’intervento di Sara Cunial.

Anche Camillo D’Alessandro, deputato di Italia Viva, è intervenuto: “Davanti alle parole della deputata Cunial, ex 5 Stelle, nel suo intervento alla Camera ha definito il Presidente della Repubblica ‘la vera epidemia culturale del nostro Paese’ – insomma, un virus – ho ritenuto doveroso chiedere l’intervento del presidente di turno, il deputato Rampelli”.

Nonostante le mie proteste Rampelli, ignorando le gravi offese rivolte al Presidente della Repubblica, mi ha richiamato, invitandomi a non interrompere e consentire l’intervento della parlamentare. A mio avviso il Presidente Rampelli avrebbe dovuto immediatamente richiamare la deputata per l’attacco vigliacco al Presidente della Repubblica, ancora di più se fatto nella Camera dei Deputati. E ancora più surreale, purtroppo, è stata la replica di Rampelli alla conclusione dei lavori: ha sostenuto di aver capito che la deputata Cunial si rivolgesse al Presidente del Consiglio, come a dire che di Conte si può benissimo dire che è un virus”.

“Si tratta di una pagina buia e triste della vita parlamentare, una ferita che non doveva essere consentita a nessuno e per questo evitata”.(Fonte: Ansa, Dire e Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev)