Yara, teste: “Su luogo del ritrovamento c’era un altro uomo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Settembre 2015 - 13:24 OLTRE 6 MESI FA
Sorella Yara: se Bossetti l'avesse avvicinata l'avrei saputo

Yara Ganbirasio

BERGAMO – Spunta la presenza di un altro uomo sulla scena del ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra (Bergamo) scomparsa il 26 novembre del 2010 e trovata morta in un campo di Chignolo d’Isola il 26 febbraio del 2011. Ilario Scotti, l’aeromodellista che trovò il cadavere di Yara, in tribunale ha parlato di un altro uomo che sarebbe rimasto sul posto fino all’arrivo della polizia.

“Era poco più alto dell’utilitaria da cui è sceso, ha detto Scotti in aula, e aveva una età di circa 50/55 anni. E’ salito su un panettone di cemento a bordo del campo e mi ha guardato per 10-15 minuti. Ho colto qualcosa di strano: guardarmi va bene, ma per 15 minuti…”.

Scotti ha spiegato che dopo aver recuperato il suo aereo modello vide quello che“sembrava un mucchio di stracci”“Mi avvicinai e mi accorsi che era un cadavere. Rimasi in quel posto per il timore di non riuscire a vederlo più. Chiamai il 113. Mi dissero: ha le scarpe? Nere, risposi. Pantaloni? Neri. Non si muova da lì, mi risposero”. 

Scotti ha anche raccontato di essere stato una decina di volte in quello stesso campo nel periodo in cui Yara sparì, ma di non aver notato mai nulla. Quel sabato fu il cattivo funzionamento di uno dei suoi aerei che fece sì che scoprisse il corpo della ragazza.

In aula venerdì 18 settembre ha parlato anche Keba Gambirasio, sorella maggiore di Yara, che agli avvocati dell’unico imputato Massimo Bossetti ha detto: “Se lui l’avesse approcciata l’avrei saputo”. In tribunale Keba ha ripercorso il rapporto della sorella con il muratore unico imputato per l’omicidio. “Se fosse successo qualcosa di preoccupante lo avrei saputo”, ”se avesse avuto qualche approccio me lo avrebbe detto”, ha detto rispondendo alle domande degli avvocati di Bossetti. “Mia sorella era agile, anche muscolosa. Era sveglia”. E ancora: “Non ho mai visto Bossetti, né attorno alla palestra, né vicino a casa”.

Inoltre ha ricordato che Yara aveva un diario scolastico e che qualche volta, mentre facevano i compiti, lei sbirciava sulle pagine ma ha detto di non aver mai visto nulla di particolarmente rilevante. Ha aggiunto, quindi, di non aver mai visto né sentito parlare di Massimo Bossetti e dei suoi familiari prima del fermo del muratore di Mapello, nel giugno dell’anno scorso.

Keba ha anche svelato che, il giorno della scomparsa di Yara, c’era stato un battibecco in famiglia su chi dovesse portare in palestra il registratore. “Avevamo discusso per portare lo stereo in palestra, ma poi avevamo deciso che lo avrebbe portato lei”, ha ricordato Keba.

Nelle foto Lapresse Keba Gambirasio che lascia il tribunale.