Stefano Brizzi, poliziotto sciolto nell’acido: pista satanica o gioco erotico finito male

di Spartaco Ferretti
Pubblicato il 24 Ottobre 2016 - 12:27 OLTRE 6 MESI FA
Stefano Brizzi, poliziotto sciolto nell'acido: pista satanica o gioco erotico finito male

Stefano Brizzi (a destra), poliziotto sciolto nell’acido: pista satanica o gioco erotico finito male

LONDRA – Ha invitato un uomo in casa. Lo ha strangolato. Poi lo ha fatto a pezzi. Una parte del corpo l’ha sciolta nell’acido utilizzando una grande bacinella rosa comprata in un supermercato proprio per l’occasione. Un piede della sua vittima l’ha gettato nel Tamigi. Altre parti del corpo le ha certamente fatte bollire in casa, forse ne ha anche mangiate. A fare tutto questo un uomo italiano, Stefano Brizzi, 49 anni di Taranto, da cinque anni trasferito a Londra.

Brizzi è a processo per aver ucciso e sciolto nell’acido un poliziotto scozzese di 59 anni, Gordon Semple. La condanna è scontata: i poliziotti sono arrivati nell’appartamento su segnalazione di un vicino di casa. Brizzi gli aperto la porta, li ha fatti accomodare e loro si sono trovati davanti l’orrore dei resti straziati di Semple. La scomparsa del poliziotto era stata denunciata quattro giorni prima. Cosa sia successo, ora, è chiaro. Ma è sul movente, sulle contraddizioni e sui deliri di Brizzi che ha già cambiato versione, che c’è ancora molto da capire.

Brizzi ha trovato Semple su Grindr, una app ultilizzata dagli omosessuali per incontri a sfondo sessuale. Cercava un partner per sesso estremo, questo è appurato. Voleva organizzare un “party” visto che anche altri hanno risposto al suo annuncio. Ma quando un altro uomo si è presentato sotto casa sua Brizzi aveva già ucciso e ha detto all’uomo che il party era “annullato”. Il punto resta il movente: Brizzi consuma metanfetamine. Quelle metanfetamine che gli sono costate il posto di lavoro e che su Facebook chiama “nutella”.

Agli investigatori spiega di aver ucciso perché glielo ha detto Satana. “Kill! Kill! Kill” gli dicevano le voci nella testa. Pista satanica, quindi. Che trova qualche aggancio nella biografia di Brizzi. Lui omosessuale nel mezzogiorno e di provenienza cattolica. Racconta su Il Tirreno Tiziana Gori:

L’abuso di metanfetamine gli era costato il lavoro alla Morgan Stanley, e si era “riciclato” come assistente sociale. I suoi eccessi raccontati durante le serate ai “narcotics anonymous” avevano colpito i componenti del gruppo: diceva di amare i riti satanici e fare sesso coi segni del pentacolo. Quando aveva scoperto di essere gay – lui proveniente da una famiglia molto cattolica – aveva pensato di essere «un agente di Satana».

Ma ci sono altre possibilità. Quella per esempio di un gioco erotico finito male. E’ quello che sostiene Brizzi dopo aver cambiato versione. Ma il gioco erotico non spiega lo scempio successivo, l’acido, il cannibalismo, la bacinella rosa comprata apposta. Acquisto, quest’ultimo, mostrato in un filmato messo online dal Daily Mail.