Stragi Parigi-Bruxelles, lite polizia: informazioni nascoste

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Maggio 2016 - 09:31 OLTRE 6 MESI FA
Stragi Parigi-Bruxelles, lite polizia: informazioni nascoste

Stragi Parigi-Bruxelles, lite polizia: informazioni nascoste

BRUXELLES – Le stragi di Parigi e Bruxelles forse si sarebbero potute evitare se due poliziotti belgi non avessero litigato. Sembra infatti, secondo quanto scrive la stampa belga, che alcune informazioni cruciali riguardo a Salah Abdelsam e al suo entourage di terroristi note sin da settembre siano state ignorate a causa di dissidi tra ispettori.

La polizia belga, infatti, disponeva da settembre delle mappe di alcuni obiettivi dei terroristi a Parigi e Bruxelles, così come aveva dettagli sugli spostamenti di Abid Aberkan, l’uomo che ha tenuto nascosto Salah Abdeslam nella sua casa di Molenbeek fino alla cattura del 18 marzo, e possedevano gli indirizzi di possibili covi di terroristi, come quello di rue des Quatre vents, dove venne arrestato proprio Abdeslam. Informazioni preziosissime ignorate volutamente da Yves Bogaerts, capo della polizia di Malines-Willebroek (tra Bruxelles ed Anversa) perché consegnategli da un ispettore che non gli aveva voluto rivelare le sue fonti (questa, almeno, la tesi ufficiale di Bogaerts).

In realtà, sottolinea il presidente del sindacato di polizia Vincent Gilles,

“Bogaerts aveva chiuso ogni tipo di rapporto col suo collaboratore per vicende sindacali che risalivano all’anno precedente, quando l’ispettore aveva prolungato il periodo di convalescenza dopo un intervento chirurgico”.

A Malines ci sono stati cinque arresti dopo gli attentati di Bruxelles del 22 marzo, e dall’inizio dell’anno sono almeno venti i giovani originari del Marocco che sono partiti per la Siria e l’Iraq, per andare a combattere con l’Isis.

Sulle falle della polizia è intervenuto ieri anche Olivier Vanderhaegen, direttore dei mediatori culturali di Malines, gettando ulteriore benzina sul fuoco.

“Lavoriamo in situazioni critiche e sotto minaccia. E’ inconcepibile che la polizia si permetta di giocare con la nostra vita non prendendo sul serio denunce, segnalazioni o, peggio ancora, rapporti di funzionari”.