VIDEO – Spara contro bar per fare “una bravata” padre ex terrorista lo fa arrestare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Agosto 2015 - 10:04 OLTRE 6 MESI FA
Spara contro bar per fare "una bravata" padre ex terrorista lo fa arrestare

Spara contro bar per fare “una bravata” padre ex terrorista lo fa arrestare

TORINO – I carabinieri di Chivasso e Settimo Torinese hanno arrestato un 21enne di Settimo Torinese, accusato di  detenzione di armi clandestine, coltivazione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e danneggiamento aggravato e ricettazione. Ora si trova agli arresti domiciliari. È stato il padre del ragazzo, un ex terrorista appartenente ad una delle tante sigle dell’eversione rossa degli Anni di Piombo, a chiamare i carabinieri, dicendo loro: “Venite a casa perché mio figlio ha fatto una sciocchezza”.

Il ragazzo, a bordo della sua auto, il 2 agosto ha sparato sei colpi di pistola contro una caffetteria di Settimo sfondando la vetrina e danneggiando il bancone. Il giovane, una volta identificato, ha dichiarato di aver commesso una bravata. I carabinieri nella sua abitazione hanno trovato la pistola e anche un box serra attrezzato per la coltivazione di marijuana.

Racconta la vicenda Massimiliano Peggio su La Stampa:

“Perché la vita mi presenta questo conto? Sembrava facile buttarsi tutto alle spalle… Sono trent’anni che mi ricostruisco una vita. Questa è la mia nemesi. Eppure col mio passato avevo rotto in maniera netta. Dove ho sbagliato? No, da adesso non mollerò più mio figlio, questo sarà il mio impegno. Ne uscirà fuori». Sono lacrime vere quelle che versa Luciano Bettini, ex militante del nucleo terrorista territoriale, una delle tante sigle dell’eversione rossa degli Anni di Piombo, coinvolto nel dicembre del 1979 nell’uccisione di Carlo Ala, di 59 anni, sorvegliante di una fabbrica decentrata del gruppo Fiat. Oggi, a 60 anni, dopo aver ricostruito la sua esistenza nella cooperativa Frassati, è un padre affranto, che non si sa spiegare perché suo figlio Mattia, alcune sere fa, abbia sparato sei colpi di pistola contro la serranda del bar Caffè Torino di Settimo, soltanto per fare «una bravata». Così l’ha chiamata il ragazzo, confessando tutto ai carabinieri che lo hanno arrestato. Svelando anche di aver inciso il nome «Gloria» sul calcio della pistola, una Magnum 357, in memoria della giovane diciassettenne trovata morta per un mix di droga e alcol in un capannone abbandonato. «Era stata una mia fidanzata. Le volevo bene».”