YOUTUBE Bello FiGo, il rapper che sfotte l’Italia: “Sono nero e non pago affitto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Dicembre 2016 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA
YOUTUBE Bello FiGo, il rapper che sfotte l'Italia: "Sono nero e non pago affitto"

YOUTUBE Bello FiGo, il rapper che sfotte l’Italia: “Sono nero e non pago affitto”

ROMA -” Vogliamo le donne bianche, il wi-fi e anche lo stipendio”. Così Bello FiGo, rapper seguitissimo su YouTube, canta il suo rap in una canzone pubblicata sul suo canale YouTube. “Sono nero e non pago affitto”, canta il rapper seguitissimo sui canali social. Una provocazione che non piace a tutti, che a tratti non ne colgono il sarcasmo.

Michel Dessì sul quotidiano Il Giornale attacca il rapper Bello FiGo, divenuto famoso in tv anche grazie alla discussione con Alessandra Mussolini, le cui canzoni sono seguitissime sul web con milioni di visualizzazioni e di apprezzamenti, ammettendo che il pezzo “potrebbe essere sarcastico” ma definendolo comunque inopportuno:

“È un istigatore nato. “Gù” fa discutere, e non poco. Ci sa fare. Attorno alle sue canzoni demenziali è riuscito a creare un business non indifferente. Mentre i cittadini si adirano e si indignano, lui fa i soldi. E anche tanti. Sui social è seguitissimo: oltre 170mila mi piace sulla sua pagina facebook, 69mila follower su Instagram e 185mila iscritti sul canale youtube. Ha perfino creato un sito di shopping online dove si possono acquistare felpe, t-shirt e canotte stampate con la sua faccia alla modica cifra di 20euro. Viene ospitato nei salotti delle televisioni nazionali, chiamato per le serate nei locali dell’intera Penisola. E tutto grazie alle sue canzoni trash.

Capelli biondi platino, jeans a vita bassa, occhiali da sole, collane d’oro e il tatuaggio di Hello Kitty stampato sul petto. Ecco chi è Bello FiGo, il ventiquattrenne che fa impazzire i giovani italiani. E non solo. Qualcuno lo definisce un genio, altri un approfittatore che gioca e incassa sui problemi reali del Paese. È vero, l’arte deve essere e rimanere libera. Come la satira. Ma questa è arte? Oggi, in Italia, c’è poco da scherzare. La povertà dilaga e la crisi sociale aumenta giorno dopo giorno. I cittadini sono alla fame e si ribellano. Non sopportano più la differenza di trattamento fra italiani ed extracomunitari. Loro coccolati e viziati, noi stremati: dallo Stato”.