YOUTUBE Rubavano ai ricchi per dare ai poveri: l’arresto della banda di ladri

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Settembre 2017 - 12:33 OLTRE 6 MESI FA
YOUTUBE Rubavano ai ricchi per dare ai poveri: l'arresto della banda di ladri

YOUTUBE Rubavano ai ricchi per dare ai poveri: l’arresto della banda di ladri

BERGAMO – Rubavano ai ricchi per dare ai poveri, proprio come nella favola di Robin Hood. Una banda di ladri è stata arrestata tra la provincia di Milano e quella di Bergamo con l’accusa di aver messo a segno ben 18 furti tra novembre 2016 e febbraio 2017.  Gli arrestati su Facebook scrivevano “ladro” come professione e si vantavano di essere dei moderni Robin Hood, ma per la legge italiana dovranno rispondere di rapina, ricettazione e favoreggiamento di un latitante condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione per un tentato omicidio avvenuto a Verzuolo nel 2006.

Il sito dell’Eco di Bergamo scrive che a coordinare le indagini ed effettuare gli arresti sono stati i carabinieri di Cuneo e che degli arrestati, quasi tutti con precedenti, cinque sono stati portati inc arcere:

“Uno è stato fermato a bordo di un furgone, diretto verso l’Albania, con a bordo gioielli e preziosi, oltre a pc, tablet e materiale vario, tutto riconducibile ai furti. Sono stati recuperati, infatti, 2 veicoli rubati e 40.000 euro di refurtiva, il tutto restituito ai legittimi proprietari nel corso delle indagini. Le zone prese di mira dai furti erano in prevalenza la provincia di Cuneo.

Le indagini – svolte anche con l’ausilio di intercettazioni e delle immagini di videosorveglianza – sono state avviate nel novembre scorso e si sono concluse nel mese di febbraio ed hanno consentito di individuare un gruppo di cittadini di nazionalità albanese, tutti dediti alla loro unica fonte di reddito: la progettazione ed esecuzione di furti in abitazione e in esercizi commerciali (eseguiti prevalentemente in orario serale o notturno) in maniera «abituale» e «professionale».

Nel corso delle intercettazioni sono state captate conversazioni durante le quali gli stranieri hanno discusso con altri loro connazionali, residenti in altre zone del territorio nazionale, dei «gruppi» di lavoro e della «qualità» delle persone che li compongono; dei rispettivi «modus operandi» (principalmente effrazione delle finestre, rottura delle serrature delle porte, sfondamento delle stesse); della possibilità di «scambiarsi i territori e le persone» con le quali collaboravano. Un vero e proprio network di professionisti dei furti”.