Il cantiere di Ambra Angiolini: “Tre film e ‘Pugni in tasca in teatro”

Pubblicato il 23 Luglio 2010 - 19:45 OLTRE 6 MESI FA

Ambra Angiolini

Ambra Angiolini è sempre più lanciata:  ”Porterò in teatro – spiega – una rivisitazione del film di Marco Bellocchio ‘I pugni in tasca’. Sarà lo stesso a Marco a seguire le scene, mentre la regia è affidata a Stefania De Santis”.

”Ho conosciuto Bellocchio – ricorda Ambra – a un provino per il film ‘Vincere’. Credo che in quell’occasione ho fatto uno dei provini piu’ brutti della mia vita, sono scappata piangendo con lui che mi ha detto che avevo un viso stupendo e una voce orribile. Ma sarà stata proprio questa scena pietosa a fargli ricordare di me, tanto che sono stata richiamata nonostante non abbia partecipato al suo film. Spero che con questo adattamento teatrale riusciamo a far rivivere l’intensa Paola Pitagora. Rimarremo sicuramente fedeli alla struttura del film. Le prove inizieranno a novembre, mentre il debutto è previsto per metà gennaio”.

Non solo teatro, comunque, ma anche il grande schermo con tre nuovi film: ‘Immaturi’ di Paolo Genovese, ‘Tutti al mare’ di Matteo Cerami, una sorta di remake di ‘Casotto’ di Sergio Citti e ‘Notizie degli scavi’ di Emidio Greco, tratto dall’omonimo racconto di Franco Lucentini. ”Immaturi’ – spiega l’attrice – è un film corale e io adoro lavorare in pellicole del genere perché hai sempre da imparare qualcosa in più in questi confronti. E’ una commedia sulla nostalgia che tratta dell’incontro di alcuni amici che si ritrovano e riaffrontano certi problemi. Qui interpreto Francesca e sono una chef. ‘Tutti al mare’, invece, che abbiamo girato per due mesi in spiaggia, appunto, è un film tenero con un cast eccezionale, da Marco Giannini a Ennio Fantastichini. Vesto i panni di una donna stufa degli uomini, ma non per questo – come hanno scritto in molti – sono lesbica. Semplicemente vivo un mio percorso interiore con una mia amica e mi piacerebbe che si capisse il senso di questa mia stanchezza. Nell’ultima pellicola, invece, tratta da un racconto di Lucentini, raffinato scrittore morto suicida che ha scritto pagine splendide, il protagonista e’ un po’ come Forrest Gump ma più consapevole. E’ la storia di un amore non consumato, un amore ‘per avverbi’ tra un professore e una prostituta soprannominata per la sua eleganza ‘la marchesa’ che interpreto proprio io. L’amore scoppia in ospedale dove sono ricoverata per un mancato suicidio. Si instaurerà tra i due un dialogo fatto di avverbi che portera’, forse, ad un amore. Anche qui voglio precisare che non ci sono scene di sesso. Ci legheranno solo parole senza nessuna concretezza erotica”. Sui giovani giurati poi ha concluso cosi’: ‘Non darò loro alcun consiglio, anzi, se potessi, li dissuaderei a credere agli sconosciuti che danno troppi consigli. Preferisco scambiare le esperienze, anche quelle brutte e negative. Solo cosi’ si cresce e si impara cos’è la vita”.