“American Casino”: la crisi finanziaria arriva sul grande schermo

Pubblicato il 28 Aprile 2009 - 17:01 OLTRE 6 MESI FA

Lacrime, applausi e qualche sorriso amaro per la prima di “American Casino”, il docu-film sulla crisi finanziaria girato dalla giornalista tv Leslie Cockburn, presentato al Tribeca Film Festival di New York davanti a una platea di giovani e intellettuali, tra cui il premio Nobel per l’Economia Joe Stiglitz.

Una cronaca desolante delle speculazioni messe in atto dai grandi banchieri e dai broker senza scrupoli di Wall Street. Ma, soprattutto, un’analisi delle conseguenze socio-economiche del “grande crack” fatta di storie umane più che di grafici e tabelle. E, per questo, ancora più toccante e sconvolgente. Difficile trattenere la commozione di fronte alle famiglie di colore della borghesia di Baltimora che, credendo alla promessa di una casa di proprietà fatta dall’ex-presidente George Bush nel 2002, si sono caricate sulle spalle un mutuo che non si sarebbero potute permettere e ne sono rimaste schiacciate, fino a ritrovarsi “homeless”.

Il collasso dell’ultimo “american dream”, descritto attraverso le confessioni di broker pentiti (presenti in sala durante la proiezione e il dibattito col pubblico), lascia spazio alle immagini devastanti degli effetti prodotti dalle spregiudicate scelte finanziarie: dai sobborghi spopolati ai  bambini costretti ad abbandonare la scuola. Sulla responsabilità dei banchieri non si discute, ma a fine proiezione il pubblico vuole un’altra spiegazione: le ragioni del ritardo con cui i media hanno capito (e soprattutto denunciato) quel che realmente stava succedendo.

Sara Grattoggi
(Scuola Superiore di Giornalismo Luiss)